IL MINISTERO DELLA SALUTE E LA PSEUDOSCIENZA: L’ASTROLOGO ALLA CONFERENZA STAMPA SUL CANCRO

Milano, 13 dicembre 2024

Il Patto Trasversale per la Scienza esprime la propria disapprovazione per la partecipazione ad eventi ufficiali del Ministero della Salute di chi sostiene posizioni pseudoscientifiche.
In particolare sottoscrive, come già fatto da numerosi accademici e medici, la lettera dell’Associazione Luca Coscioni ( https://www.associazionelucacoscioni.it/wp- content/uploads/2024/12/Un-astrologo-alla-conferenza-stampa-della-LILT-1.pdf ), ripresa oggi dal nostro socio Enrico Bucci con un editoriale su Il Foglio (https://www.ilfoglio.it/scienza/2024/12/12/news/l-astrologo-alla-conferenza- stampa-sul-cancro-e-il-silenzio-di-ministero-della-salute-e-lilt-7237388/) , sulla presenza di un astrologo a moderare l’ultima conferenza stampa della Lega italiana per la lotta contro i tumori – Lilt, lo scorso 5 dicembre a Roma, presso una sala del ministero della Salute, organizzata “per la presentazione al ministro della Salute Orazio Schillaci dello stato dell’arte e le future prospettive della Lilt”.

Il Presidente, prof. Guido Poli e il Direttivo

Ancora una volta, l’Italia non e’ stata in grado di recepire correttamente la Direttiva europea sulla sperimentazione animale

di Giuliano Grignaschi

In Italia, la Direttiva 2010/63/EU per la tutela degli animali usati a fini scientifici è stata recepita con una legge (decreto legislativo 26/2014) che ha introdotto misure più stringenti, ma che non trovano giustificazione scientifica e vanno a danno non solo della ricerca, e quindi in ultima analisi, dei molti pazienti ancora in attesa di cura, ma anche in parte degli animali stessi.

La legge ha infatti introdotto il divieto di allevare sul territorio cani, gatti e primati destinati a fini scientifici. Queste specie sono però fondamentali in molti ambiti biomedici, compresi i test previsti per legge sui farmaci: diretta conseguenza del divieto è la necessità di importare gli animali dall’estero, quando necessari. Ciò implica causare loro lo stress del trasporto ma anche e soprattutto avere una minor garanzia di controllo degli standard sugli allevamenti d’origine, soprattutto se extra-EU.

I divieti aggiuntivi hanno portato la Commissione europea ad avviare una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia, tuttora aperta.

Con il DL Salva Infrazioni 2024, attualmente in fase di conversione in legge, Luciano Ciocchetti (FdI), ha presentato un emendamento per rispondere a tutte le obiezioni mosse dalla Commissione Europea all’Italia e risolvere i divieti che hanno determinato l’apertura della procedura d’infrazione.

Tuttavia, alla vigilia della votazione, la Lega Antivivisezione (LAV) ha pubblicato un comunicato affermando che l’emendamento avrebbe aperto «la strada a nuovi allevamenti-lager di cuccioli». È seguita una massiccia e coordinata azione sui social media: numerosissimi utenti hanno commentato i post dell’On. Ciocchetti sulle diverse piattaforme ribadendo l’accusa di voler riaprire “canili lager”.

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Appoggio a Anaao Assomed

Il PTS (Patto Trasversale per la Scienza) appoggia e sostiene l’appello dell’associazione Anaao Assomed in difesa del Servizio Sanitario Nazionale. 

Come riportato dal manifesto, la tenuta del SSN è fortemente a rischio a causa di ripetuti tagli ai fondi, mancati o inadeguati investimenti ed un progressivo aumento delle carenze di personale sanitario. 

Per tale motivo, il PTS si pone al fianco delle associazioni coinvolte nella mobilitazione promossa in difesa del SSN che avrà luogo nelle piazze italiane il 15 giugno. Occorre sensibilizzare i cittadini, renderli partecipi e soprattutto far sentire la nostra voce affinché le istituzioni politiche fermino questa deriva che pare inarrestabile.

Leggi il manifesto Anaao Assomed cliccando qui

La condivisione dei dati come soluzione nelle emergenze

di Guido Sampaolo

Lo scorso autunno sul territorio di Senigallia, mentre la sanità era ancora impegnata a combattere l’emergenza Covid-19, si è abbattuta una disastrosa alluvione, assurta alle cronache per la devastazione e le morti che ha provocato. Pubblichiamo il resoconto del Dottor Daniel Fiacchini e Colleghi sulla vicenda. Non si tratta di una semplice cronistoria di un disastro, pur scritta con la penna dell’igienista: questo articolo è paradigmatico per le analogie tra eventi differenti, come la pandemia e fenomeni geologici, climatici o dovuti alla mano dell’uomo.

Questi eventi, almeno in parte prevedibili, hanno prodotto effetti pressoché identici sui “sistemi di difesa” (il SSN, la Protezione Civile, le Istituzioni etc.), con le variazioni di scala (globale/locale) e di tempo (acuto/cronico). Non ci sono sostanziali differenze tra le modalità di presentazione di una catastrofe, determinata da una malattia infettiva, piuttosto che da un evento naturale. I “sistemi di difesa” (il SSN, la Protezione Civile etc.), benché evoluti ed organizzati, vengono di norma presi di sorpresa da eventi che potrebbero essere mitigati, se in precedenza si fosse pensato a come affrontarli.

La stretta collaborazione tra i diversi dipartimenti della complessa macchina sanitaria permette di identificare in anticipo i soggetti a rischio. Nel caso di Senigallia la condivisione dei dati tra Servizio di Igiene, Medicina Generale e Protezione Civile ha permesso di identificare i soggetti non deambulanti residenti nelle abitazioni a rischio di allagamento, che sono stati quindi evacuati in tempo, contenendo il numero delle perdite umane. È evidente l’analogia con la prevenzione vaccinale, prioritariamente rivolta alla popolazione a maggior rischio. 

Qui il resoconto completo

Cosa sappiamo su Omicron 5 e perché dovrebbe interessarci

Nota del Presidente del Patto per la Scienza prof. Guido Poli

Il caldo estivo, la guerra in Ucraìna, le elezioni…e la voglia, umanamente comprensibile, di lasciarci alle spalle due anni di pandemia da COVID-19, con tutto quello che ha comportato. Eppure, è fondamentale che chi ha responsabilità pubbliche, sia nazionali che locali, resista a questa tentazione e non perda d’occhio quanto sta avvenendo in Italia e attorno ad essa. E’ del 12 giugno 2022 la comunicazione che i casi di infezioni da variante Omicron 5 sono quintuplicati a Milano e la Lombardia segue a ruota (fonte: Gianni Santucci, Corriere della Sera). Il 10 giugno l’Istituto Superiore di Sanità denunciava un calo dei casi identificati mediante attività di tracciamento a fronte di un aumento di quelli identificati per screening…l’articolo di Enrico Bucci ci aiuta a capire cosa sta succedendo e cosa potrebbe succedere domani.

ecco il link all’articolo di Enrico Bucci

CURE DOMICILIARI, BASTA BUFALE

Il Patto Trasversale per la Scienza e l’Associazione Biotecnologi Italiani stigmatizzano il fatto che informazioni pseudoscientifiche abbiano trovato spazio in una sala del Senato della Repubblica: le terapie domiciliari definite “precoci”, e promosse attraverso i social, anche se vengono presentate come miracolose, non lo sono e costituiscono un rischio per i malati. Le cure domiciliari, serie, in Italia esistono e sono quelle regolamentate e basate su evidenze scientifiche.

I casi Stamina e Di Bella ci dovrebbero aver insegnato a dubitare di chi promuove pseudoterapie senza portare prove scientifiche, ma solo racconti molto spesso privi di ogni riscontro. Abbiamo bisogno di una Medicina basata sulle evidenze, che devono essere pubblicate, discusse e condivise all’interno della Comunità Scientifica, e non di slogan dati in pasto alle piazze o sui media, il cui unico risultato è di creare false speranze nelle persone e indurle a non adottare comportamenti che potrebbero salvare loro la vita.

Si chiede pertanto agli organi competenti, dal Ministero all’Istituto Superiore di Sanitá dall’Aifa al Consiglio Superiore di Sanitá e al Garante per la privacy, ma anche agli Ordini Professionali e alle Società Scientifiche, di adempiere al proprio ruolo e di verificare ed intervenire rispetto a comportamenti che mettono potenzialmente a rischio la vita delle persone, come ad esempio:

la prescrizione di terapie off-label che utilizzano farmaci e integratori inutili o dannosi, senza tener conto della tempistica di somministrazione (come ad esempio il cortisone o l’eparina), né della posologia raccomandata o dell’interazione tra essi;


la pubblicizzazione e prescrizione di tali terapie via web, senza la visita del malato e senza che vi sia un razionale scientifico né una adeguata fase di raccolta dati per il monitoraggio dei risultati ottenuti;
la continua travisazione e denigrazione del protocollo domiciliare ufficiale e del lavoro delle migliaia di medici di medicina generale che lo applicano;


la richiesta di firmare non un consenso informato, ma una liberatoria per il medico che prescrive tali “cure”, in cui viene scaricata sul paziente ogni responsabilità civile e penale, cosa illegittima nel nostro Paese;


l’assenza di una chiara e precisa informativa sul trattamento dei dati personali e sensibili che vengono raccolti anche con mezzi del tutto inadeguati a garantirne la protezione.
la continua richiesta di “donazioni” con modalità opache quali Bitcoin o conti svizzeri.

Teniamo a ricordare che ad oggi abbiamo almeno 10 cose che sappiamo sulla gestione domiciliare della Covid-19:
Niente farmaci inutili e potenzialmente dannosi. L’85% di chi entra in contatto col virus SARS-CoV-2 resta asintomatico o paucisintomatico, questo è il dato che giustifica la “vigile attesa”, perché nella maggior parte dei casi il nostro sistema immunitario è in grado di gestire autonomamente l’infezione, ed è sufficiente il semplice ausilio di paracetamolo e antinfiammatori in presenza di febbre, dolori articolari o muscolari. La terapia farmacologica è indicata solo in particolari casi ed esistono protocolli di cura precisa per la gestione dei pazienti domiciliari.

Gli anticorpi monoclonali sono ad oggi indicati, entro 10 giorni dalla comparsa di sintomi, per alcune categorie a rischio come obesi, dializzati. Il plasma iperimmune non ha invece dimostrato di poter dare benefici certi.
L’uso precoce di cortisonici in assenza di sintomi, o con leggera sintomatologia, non è indicato perché può compromettere la risposta immunitaria. Anche nei casi indicati, la somministrazione non deve avvenire prima di 4 giorni dall’insorgenza dei sintomi per lo stesso motivo. Inoltre non tutti i cortisonici sono uguali, per la terapia è indicato il solo desametasone;

L’uso di eparina non è raccomandato a domicilio, soprattutto in pazienti non immobilizzati;

L’uso di antibiotici non è raccomandato a meno che, dopo visita medica, si sospetti una importante infezione batterica;

L’uso di idrossiclorochina non è raccomandato né a scopo terapeutico né a scopo di prevenzione;

L’utilizzo di antivirali come lopinavir, ritonavir non è raccomandato in quanto si sono dimostrati inefficaci. Il remdesivir è raccomandato solo per uso ospedaliero;

L’uso di ivermectina non è raccomandato nè come terapia nè come prevenzione, per la sua inutilità contro il coronavirus e l’alto profilo di rischio;

L’uso del parvulan, un generico immunostimolatore registrato in Brasile, ma non in Italia, come coadiuvante per il trattamento dell’acne, non è raccomandato per la sua inutilità contro SARS-CoV-2;

L’utilizzo di vitamina D, lattoferrina, quercetina ed altri integratori alimentari non è raccomandato per inefficacia terapeutica e di profilassi.

Aumentare i finanziamenti alla ricerca, mettere in rete le strutture esistenti, evitare la creazione di nuovi enti.

Il PTS accanto alla Senatrice Cattaneo sul PNRR

Il Governo sta per approvare il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) nell’ambito dell’iniziativa Next Generation EU che ha come limite temporale il 2025. Ci sono stati diversi commenti alle linee esposte nel piano, compresi quelli della Senatrice a Vita, Prof.ssa Elena Cattaneo, in linea con la precedente proposta del fisico Ugo Amaldi sull’aumento sostanziale dei fondi per la ricerca che aveva ottenuto un amplissimo consenso e approvazione nel mondo scientifico. Noi, Patto Trasversale per la Scienza (PTS), ci associamo alle istanze della Senatrice Cattaneo, con particolare riferimento all’importanza di finanziare adeguatamente la ricerca pubblica, compresa quella di base, e al mettere in rete le strutture di ricerca pubblica già operanti sul territorio nazionale, evitando possibilmente la creazione di nuovi enti se ridondanti e non autenticamente innovativi rispetto a quelli già esistenti.

In linea con questa premessa, avanziamo alcuni princìpi finalizzati ad ottimizzare l’utilizzo dei finanziamenti che verranno stanziati a sostegno della ricerca scientifica nel PNRR.

1. Coordinamento. L’offerta di fondi per la ricerca dovrà essere coordinata per evitare l’attuale frammentazione di multipli bandi su tematiche simili e/o l’esistenza di bandi “di nicchia”. Inoltre, l’offerta dovrà essere rigorosamente programmata con precise scadenze annuali o biennali. Altrettanto rigorosamente programmate e rispettate dovranno essere le date di attribuzione dei fondi e le rendicontazioni dei progetti finanziati.

2. Trasparenza e Responsabilità. Sarà indispensabile una totale trasparenza sia nei processi di assegnazione dei fondi sia nella valutazione dei risultati conseguiti, nonché un’assunzione di responsabilità da parte dei ricercatori finanziati con denaro pubblico rispetto ai risultati prodotti. Strumentale a questo obiettivo sarebbe la creazione di un unico portale informativo nazionale pubblico (PortIN), che copra un periodo a ritroso di almeno 5 anni e che sia costantemente aggiornato sia sui bandi attivi sia sulla valutazione dei risultati ottenuti dai progetti finanziati nei precedenti bandi. Sarà inoltre necessario pubblicare sullo stesso sito PortIN la composizione delle commissioni valutatrici sia di assegnazione sia di consuntivo che dovranno essere diverse. Infine, sarà necessario pubblicare sullo stesso sito PortIN le valutazioni dei singoli progetti ed i relativi verbali dei lavori delle commissioni. Nel caso di progetti con durata superiore ai tre anni, sarà utile prevedere anche una valutazione in itinere (per es., dopo 2-3 anni dall’inizio) del progresso e/o di deviazioni significative dal progetto originale.

3. Albo di Esperti. Sarà opportuno creare, con criteri prestabiliti di competenza scientifica internazionalmente riconosciuta, un albo di esperti che preveda anche la presenza di stranieri, per la valutazione delle proposte progettuali con un meccanismo di revisione paritaria (peer review). Sempre in linea con modelli di altre agenzie internazionali per la ricerca, ogni settore disciplinare presente nell’albo dovrà essere suddiviso in sotto-settori per consentire di rappresentare anche aree di ricerca che, seppure minoritarie, hanno un ruolo cruciale nel campo della conoscenza di base e della diffusione del sapere. La presenza di ogni revisore nell’albo dovrà avere un limite temporale (5 anni) e pertanto l’albo dovrà essere continuativamente rinnovato. Ciascun commissario dovrà essere individuato attraverso estrazione a sorte dall’albo e non potrà far parte di più di una commissione all’interno del medesimo bando né potrà essere nominato in successive commissioni di valutazione, se non dopo almeno 2 anni di inattività. 

4. Partecipazione ai bandi. La partecipazione ai bandi dovrà essere garantita a ciascun ricercatore e non dovrà prevedere un contingentamento di Ente/Istituzione nel numero di progetti presentabili. Negli ultimi anni in particolare abbiamo assistito spesso alla formazione di cordate per la partecipazione a bandi regionali o nazionali che hanno reso difficile, quando non impossibile, la partecipazione di ricercatori giovani e/o al di fuori di network già consolidati, arrecando così un grave danno potenziale per il rinnovamento delle idee e dei protagonisti della ricerca scientifica in costante evoluzione.

Anlaids Lazio e PTS insieme – webinar con gli Esperti

Anlaids Lazio e PTS insieme per una serie di webinar con gli Esperti per approfondire i temi meno conosciuti e più specifici delle Pandemie da Sars-Cv-2 e HIV.

Si comincia oggi con l’infettivologo Francesco Maria Di Campli (socio PTS)
Introducono il dott. Massimo Ghenzer – presidente Anlaids Lazio – e il prof. Guido Poli – Presidente PTS.
ore 17:30 in diretta su Zoom, disponibile anche su Facebook e Youtube.

Per info e prenotazioni: segreteria@anlaidslazio.it
Le iscrizioni su Zoom sono possibili fino ad esaurimento degli accessi disponibili.

Nelle prossime settimane interverrano i nostri Andrea Antinori, Guido Poli, Andrea Grignolio ed Elisa Vincenzi.
Negli altri incontri ci saranno poi scienziati di grande caratura come Stefano Vella, Massimo Galli e Giorgio Palù.

Buona visione!

Separare le gestioni dei finanziamenti pubblici per l’emergenza pandemica e dei fondi per la ricerca scientifica correlata

Abbiamo letto in questi giorni un interessante dialogo sulla stampa nazionale tra Luciano Capone ed Enrico Bucci, da un lato, e Domenico Arcuri, Commissario Straordinario per l’attuazione e il coordinamento delle misure occorrenti per il contenimento e contrasto dell’emergenza epidemiologica COVID-19”, nonché Amministratore Delegato di Invitalia S.p.A. (Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa S.p.A.), coadiuvato da Giuseppe Ippolito, Direttore Scientifico dell’IRCCS “L. Spallanzani” (unico IRCCS italiano dedicato interamente alle malattie infettive), Nicola Magrini, Direttore Generale dell’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA), e Antonella Folgori (Presidente, ReiThera).

Il dialogo ha riguardato il significativo investimento (81 milioni di €) di Invitalia SpA in ReiThera, piccola biotech italiana consorziata con due aziende europee, una in Belgio e l’altra in Germania, per lo sviluppo e la produzione di un vaccino anti-COVID-19 basato sulla tecnologia dei vettori adenovirali, una strategia simile a quella adottata per vaccini che hanno ottenuto già la licenza d’uso condizionata in Italia, come nel caso di Astra-Zeneca/Oxford.

Sebbene condividiamo in toto le perplessità tecniche sul progetto specifico del vaccino sperimentale di ReiThera, ben evidenziate da Enrico Bucci e riprese indipendentemente da Antonella Viola, entrambi membri del Consiglio Direttivo del PTS, qui desideriamo focalizzarci su un aspetto più generale della vicenda.

Innanzitutto, secondo quanto già emerso dalla stampa, e largamente anticipato il 16/11/2020 da un servizio di “Report”, parrebbe essere stato messo in atto in questo caso un meccanismo facilitato da conoscenze personali che hanno anche apparentemente coinvolto in un ruolo attivo diverse figure istituzionali per facilitare un finanziamento diretto a ReiThera in assenza di qualsiasi procedura pubblica e trasparente sul processo adottato. Al riguardo, il Dr. Magrini (AIFA) in occasione della conferenza stampa del 5 gennaio 2021 ha parlato di una “serie di facili e snelli rapporti personali tra molte delle persone individuate e anche la collaborazione con la struttura commissariale”.

Al riguardo, desideriamo sottolineare che ogni investimento in ricerca e sviluppo di denaro pubblico, anche se in taluni e ben determinati casi siano adottati criteri “top-down” per aumentare l’efficienza e la velocità del processo, debba avvenire nella totale trasparenza sulla procedura di assegnazione, sulle ragioni per l’identificazione dei possibili soggetti finanziati e sulla valutazione scientifica e tecnico-finanziaria, prima, durante e dopo l’investimento. Ciò perché, sebbene spetti alla politica assumersi la responsabilità delle scelte implicanti finanziamenti pubblici, queste non possono essere adottate in deroga alla responsabilità che ne deriva di fronte al cittadino, e tale principio vale in particolare nel caso del finanziamento erogato da Invitalia a ReiThera soprattutto per le implicazioni che il finanziamento pubblico del progetto dovrebbe avere sulla salute pubblica dell’intero Paese.

Delle due l’una: o un processo che, partendo dalla comunità civile – ristretta, in questo caso per competenza, alla comunità scientifica – porti in via condivisa ad identificare cosa debba essere finanziato e perché (criterio “bottom up”), oppure, se la politica si assume la responsabilità di questa selezione, tutto il processo dev’essere completamente aperto, trasparente e scrutinabile perché la comunità scientifica, in rappresentanza della comunità civile, possa giudicare la bontà e la legittimità della scelta. In altre parole, non è ammissibile che si prendano decisioni definite “strategiche”, e quindi di competenza della politica, senza rendere il processo decisionale accessibile allo scrutinio pubblico.

In secondo luogo, il PTS stigmatizza la confusione dei ruoli e delle funzioni che il “caso Reithera” ha portato alla luce. Non è accettabile che una singola persona assommi a sé, quale A.D., la decisione di investire i finanziamenti di Invitalia in un’azienda che ha in sviluppo un candidato vaccino per poi valutare l’acquisto e fornitura dello stesso vaccino per lo stato nella veste di Commissario per l’emergenza COVID-19. Inoltre, non è accettabile che i vertici di AIFA siano coinvolti nella presentazione di dati preliminari assieme al management dell’azienda che li ha prodotti, invece di astenersi da dichiarazioni che non siano quelle conseguenti alla richiesta di un parere ufficiale di AIFA al momento opportuno e da rilasciarsi secondo i canali previsti. A titolo di esempio, negli Stati Uniti è prassi standard che il denaro pubblico venga utilizzato per sostenere progetti di ricerca senza garanzia di successo, ma che sono ritenuti cruciali per il paese. Ma questo avviene mediante procedimenti trasparenti e basati sulle evidenze (nello specifico, “Warp Speed” e “RaDex” sono stati valutati col meccanismo delle “study sections” e le persone deputate alla decisione sono scienziati senza conflitti di interessi diretti, come nel caso di Anthony S. Fauci e di altri e non imprenditori).

In terzo luogo, il PTS chiede la condivisione con la comunità scientifica di tutti i dati sperimentali inerenti al finanziamento pubblico del progetto Reithera (come di ogni altro progetto finanziato con denaro pubblico) per poter valutare sia la reale consistenza dei risultati della ricerca sia la congruità dell’investimento pubblico su di essa.

Per concludere, ci preme sottolineare con forza che la situazione emergenziale determinata dalla pandemia in corso anche nel nostro paese non può e non deve essere una scorciatoia per ingenti investimenti di denaro pubblico in attività di ricerca e sviluppo che, per loro natura, non possono essere gestiti se non attraverso procedure pubbliche e trasparenti. Sicuramente è auspicabile che finanziamenti alla ricerca direttamente collegata alla pandemia in corso (ed “il caso ReiThera” vi rientra a pieno titolo) beneficino di processi decisionali rapidi, trasparenti e super partes, incluso, a titolo di esempio, la possibile costituzione di “hub” per il coordinamento di attività di ricerca specifiche basati su riconosciute competenze ed esistenti infrastrutture, ma sempre in un quadro di trasparenza e accessibilità a bandi di finanziamento da parte di tutti i soggetti qualificati nonché di accesso alle informazioni da parte di tutte le parti interessate alla verifica di trasparenza, obiettività e appropriatezza.

Il PTS auspica quindi che sia i risultati delle ricerche che quelli relativi alla valutazione di ogni progetto finanziato con denaro pubblico siano immediatamente messi a disposizione della comunità scientifica, secondo il più volte richiamato principio di “open data”.

Il PTS chiede infine al Governo un immediato intervento finalizzato alla netta separazione di responsabilità nelle gestione del finanziamento degli aspetti emergenziali (tra cui, per esempio, la riconversione di siti nazionali di produzione vaccinale per incrementare la disponibilità di vaccini che abbiano già completato la fase III di sperimentazione clinica e ottenuto una licenza d’utilizzo da parte di EMA e AIFA) dai compiti di selezione e investimento legati alla ricerca e sviluppo per fronteggiare la pandemia, attività da considerarsi entrambe strategiche per il Paese.

MONOCLONALI ANTI-COVID-19

IL PTS APPROVA LA PARTECIPAZIONE DELL’ITALIA ALLA SPERIMENTAZIONE CLINICA

Il 15 gennaio 2021, Giorgio Palù, Presidente dell’AIFA, ha comunicato che: “anche l’Italia partirà con un progetto ricerca sugli anticorpi monoclonali, di Eli Lilly e Regeneron, quelli con cui è stato curato Trump…il cda Aifa ha approvato la ricerca. Sono terapia, non sono prevenzione.”

Oltre 341.000 pazienti con sintomi lievi/moderati risultano essere stati trattati negli USA al 5 gennaio 2021 con bamlavinimab (https://www.phe.gov/emergency/events/COVID19/investigation-MCM/Bamlanivimab/Pages/allocation.aspx), l’anticorpo monoclonale della Eli Lilly allo scopo di prevenirne l’aggravamento clinico e l’ospedalizzazione.

Il Patto Trasversale per la Scienza sottolinea l’importanza che anche l’Italia partecipi a studi clinici finalizzati a verificare la potenziale efficacia di questi monoclonali, come di eventuali altri farmaci sperimentali, per individuare una terapia specifica ed efficace contro l’infezione da SARS-CoV-2 e la sua evoluzione clinica in COVID-19.