Il PTS accanto alla Senatrice Cattaneo sul PNRR
Il Governo sta per approvare il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) nell’ambito dell’iniziativa Next Generation EU che ha come limite temporale il 2025. Ci sono stati diversi commenti alle linee esposte nel piano, compresi quelli della Senatrice a Vita, Prof.ssa Elena Cattaneo, in linea con la precedente proposta del fisico Ugo Amaldi sull’aumento sostanziale dei fondi per la ricerca che aveva ottenuto un amplissimo consenso e approvazione nel mondo scientifico. Noi, Patto Trasversale per la Scienza (PTS), ci associamo alle istanze della Senatrice Cattaneo, con particolare riferimento all’importanza di finanziare adeguatamente la ricerca pubblica, compresa quella di base, e al mettere in rete le strutture di ricerca pubblica già operanti sul territorio nazionale, evitando possibilmente la creazione di nuovi enti se ridondanti e non autenticamente innovativi rispetto a quelli già esistenti.
In linea con questa premessa, avanziamo alcuni princìpi finalizzati ad ottimizzare l’utilizzo dei finanziamenti che verranno stanziati a sostegno della ricerca scientifica nel PNRR.
1. Coordinamento. L’offerta di fondi per la ricerca dovrà essere coordinata per evitare l’attuale frammentazione di multipli bandi su tematiche simili e/o l’esistenza di bandi “di nicchia”. Inoltre, l’offerta dovrà essere rigorosamente programmata con precise scadenze annuali o biennali. Altrettanto rigorosamente programmate e rispettate dovranno essere le date di attribuzione dei fondi e le rendicontazioni dei progetti finanziati.
2. Trasparenza e Responsabilità. Sarà indispensabile una totale trasparenza sia nei processi di assegnazione dei fondi sia nella valutazione dei risultati conseguiti, nonché un’assunzione di responsabilità da parte dei ricercatori finanziati con denaro pubblico rispetto ai risultati prodotti. Strumentale a questo obiettivo sarebbe la creazione di un unico portale informativo nazionale pubblico (PortIN), che copra un periodo a ritroso di almeno 5 anni e che sia costantemente aggiornato sia sui bandi attivi sia sulla valutazione dei risultati ottenuti dai progetti finanziati nei precedenti bandi. Sarà inoltre necessario pubblicare sullo stesso sito PortIN la composizione delle commissioni valutatrici sia di assegnazione sia di consuntivo che dovranno essere diverse. Infine, sarà necessario pubblicare sullo stesso sito PortIN le valutazioni dei singoli progetti ed i relativi verbali dei lavori delle commissioni. Nel caso di progetti con durata superiore ai tre anni, sarà utile prevedere anche una valutazione in itinere (per es., dopo 2-3 anni dall’inizio) del progresso e/o di deviazioni significative dal progetto originale.
3. Albo di Esperti. Sarà opportuno creare, con criteri prestabiliti di competenza scientifica internazionalmente riconosciuta, un albo di esperti che preveda anche la presenza di stranieri, per la valutazione delle proposte progettuali con un meccanismo di revisione paritaria (peer review). Sempre in linea con modelli di altre agenzie internazionali per la ricerca, ogni settore disciplinare presente nell’albo dovrà essere suddiviso in sotto-settori per consentire di rappresentare anche aree di ricerca che, seppure minoritarie, hanno un ruolo cruciale nel campo della conoscenza di base e della diffusione del sapere. La presenza di ogni revisore nell’albo dovrà avere un limite temporale (5 anni) e pertanto l’albo dovrà essere continuativamente rinnovato. Ciascun commissario dovrà essere individuato attraverso estrazione a sorte dall’albo e non potrà far parte di più di una commissione all’interno del medesimo bando né potrà essere nominato in successive commissioni di valutazione, se non dopo almeno 2 anni di inattività.
4. Partecipazione ai bandi. La partecipazione ai bandi dovrà essere garantita a ciascun ricercatore e non dovrà prevedere un contingentamento di Ente/Istituzione nel numero di progetti presentabili. Negli ultimi anni in particolare abbiamo assistito spesso alla formazione di cordate per la partecipazione a bandi regionali o nazionali che hanno reso difficile, quando non impossibile, la partecipazione di ricercatori giovani e/o al di fuori di network già consolidati, arrecando così un grave danno potenziale per il rinnovamento delle idee e dei protagonisti della ricerca scientifica in costante evoluzione.