Il PTS condanna con fermezza chi, spargendo informazioni fuorvianti, cerca di approfittare dell’allarme causato dal coronavirus per piazzare rimedi e cure di dimostrata inefficacia. Quei governi, come quello indiano, che dispensano consigli per indurre ad utilizzare in funzione preventiva pseudomedicina agiscono irresponsabilmente al di fuori della razionalità scientifica e concorrono ad aumentare il rischio di una pandemia globale. Non è certo il logo di un ufficio statale a trasformare omeopatia, ayurveda o unani in rimedi utili; e se dei medici, anche in Italia, credono il contrario, essi sono da considerare primi responsabili di una disinformazione che aumenta il pericolo per i nostri concittadini.Vi invitiamo a leggere questo articolo di Enrico Bucci pubblicato su Il Foglio che analizza l’incredibile vicenda del governo indiano. Mentre il Mondo si sforza di produrre kit rapidi di identificazione del virus per la prevenzione ed il contenimento dell’epidemia, rendendo pubbliche linee guida volte soprattutto a minimizzare il rischio di contagio, gli esperti del governo indiano raccomandano per la profilassi preventiva – assicurando che funziona – il preparato omeopatico Arsenicum album 30 CH, una dose per tre giorni a stomaco vuoto. Qui l’articolo completo – https://bit.ly/36zG8u0 pienamente condiviso dal Gruppo Omeopatia e da tutto il PTS.Buona lettura!
Lettera aperta del PTS al Direttore di Repubblica
Gentile Direttore,
il Patto Trasversale per la Scienza ha come scopo “la promozione e la diffusione della scienza e del metodo scientifico al fine di superare ogni ostacolo e/o azione che generi disinformazione su temi scientifici”, per questo abbiamo letto con stupore lo spazio assegnato su Repubblica Salute del 22 Ottobre per l’intervista a Luc Montagnier “Omeopatia, perché non bisogna ignorarla”. Certi dei suoi numerosi impegni, abbiamo pensato di farle cosa gradita nell’enucleare per brevi punti i motivi che destano la nostra preoccupazione:
CONTENUTO
1. È misinformazione veicolare acriticamente il messaggio per cui “L’omeopatia ha una base scientifica, ma viene ignorata”, poiché al momento tutte le analisi e metanalisi scientifiche (si vedano, tra gli altri, il dossier australiano, quello britannico, o quello redatto dalla comunità europea) affermano che non ha alcun fondamento scientifico.
2. È discutibile usare un premio Nobel screditato per riportare un’opinione scorretta e soprattutto estremamente minoritaria della comunità scientifica (nessuno degli esperti di settore, infatti, la sostiene). Montagnier è oggi screditato agli occhi della comunità scientifica, come è apertamente riconosciuto dalla stessa testata da Lei diretta: pensiamo all’articolo apparso l’8/11/2017 proprio su Repubblica dall’eloquente titolo “Dal Nobel alle bufale, il declino di Luc Montagnier. Dalla papaya che cura il Parkinson e la Sars, ai vaccini che provocherebbero l’autismo, fino alla conversione all’omeopatia. Un premio Nobel in confusione o forse ormai votato alle baggianate”.
FORMA
3. Ci rendiamo conto che Repubblica su alcuni specifici argomenti, che riguardano soprattutto la scienza, da tempo sembra aver scelto una sorta di doppio standard di etica della comunicazione. Un giorno sostiene, comprensibilmente, che la misinformazione, le fake news, avvelenano il dibattito politico —ad esempio smascherando in prima pagina, attraverso autorevoli giornalisti, le falsità sui dati dell’immigrazione per fini propagandistici—, un altro giorno sostiene invece che “L’omeopatia ha una base scientifica” o “suppone che la scienza stia cambiando idea” sulla stessa, portando come esempio un articolo scientifico (Magar et al., Scientific Reports 2018) che è stato successivamente ritrattato come frode per manipolazione di dati (cfr. allegato 2). In quest’ultimo caso Repubblica, si fa notare, non ha mai dato spazio di replica agli autori degli articoli pubblicati su Repubblica Salute del 25 settembre 2018, che criticavano la mancanza di basi scientifiche nell’omeopatia, e che si sono visti contraddire -secondo un principio di par condicio, inesistente in campo scientifico- le proprie conclusioni, basate su evidenze scientifiche dimostrabili, con un articolo poi dimostratosi una frode. Riconoscere quella frode ha significato uno sforzo della comunità scientifica Italiana e internazionale, tra cui personalità del calibro del prof. Garattini, che ha dovuto impegnarsi 9 mesi per giungere a ritirare l’articolo scientifico che descriveva con dati falsi il successo di un farmaco omeopatico in animale. Tutto è stato innescato proprio dall’articolo frode comparso su Repubblica, nemmeno una riga, ripetiamo, è stata pubblicata per avvisare i lettori del macroscopico errore.
4. Abbiamo notato che Repubblica, in campi quali l’omeopatia, la biodinamica e gli Ogm, disattende sovente l’uso delle competenze scientifiche, favorendo la disinformazione. Capiamo bene che in ogni solida democrazia l’informazione non può essere monocorde e vada assicurato il pluralismo dei punti di vista, eppure in campo scientifico è necessario offrire sempre i dati validati e riconosciuti dalla maggioranza degli esperti di settore, anche e soprattutto quando si sceglie di raccontare tesi minoritarie, lasciando ai cittadini la propria valutazione. Diversamente, dare visibilità a tesi minoritarie, senza contestualizzarle nella loro abnormità rispetto alle evidenze disponibili, può, anziché favorire il dibattito democratico a più voci, essere dannoso per la democrazia. Capiamo l’asprezza dell’esempio (sebbene si tratti di una nota diatriba in seno alla natura dell’antiscientismo di stampo relativista), ma, se trasposta in ambito umanistico, la logica del dar spazio, fuori contesto, a voci minoritarie non basate sulle prove porterebbe a dare libero accesso sui quotidiani, cosa che ci ripugnerebbe, anche alle tesi dei negazionisti della Shoah.
Cordiali saluti
Pier Luigi Lopalco – Presidente PTS

CTRL+C – CTRL+V (in dosi non omeopatiche)
Riassunto
Il plagio scientifico è un problema attuale e molto studiato. Consiste nel copiare e usare di nuovo, riciclare, intere parti di uno studio per comporne uno diverso. Come si può capire, questo è un comportamento molto scorretto, dannoso per la ricerca e che dimostra atteggiamento antiscientifico, tanto da essere considerata una vera e propria forma di frode scientifica, perché con il plagio si “gonfia” l’evidenza a favore di una propria idea. Questo comportamento può avvenire o con il riciclo di propri lavori o con quello di altri ed è spesso usato in studi di basso livello e in riviste predatorie, allo scopo di aumentare il numero di propri lavori (visto lo sforzo minimo nel produrre studi “copiati”). Ovviamente, per definire “plagiato” o riciclato uno studio, esistono diversi criteri e anche dei software che li analizzano automaticamente. Devono essere ripetute un certo numero di parole, di frasi, di successioni di frasi, con regole stabilite e precise. Analizzando uno degli ultimi studi sugli effetti dell’omeopatia si è scoperto come questo fosse successo in maniera ripetuta ed estesa, soprattutto da quando l’autore ha pubblicato in riviste predatorie. Utilizzando un software (ithenticate o altri, ma si può verificare anche personalmente, vista l’entità del gesto) si noteranno ripetuti blocchi di testo riciclati nei vari studi dell’autore, cosa ripetuta nel tempo. Un altro aspetto preoccupante emerso da questa analisi è il fatto che l’autore ha deliberatamente eliminato informazioni importanti nei testi da lui usati per le pubblicazioni, informazioni che cambiano radicalmente le caratteristiche degli studi e quindi le conclusioni che lui descrive in maniera personale e non attinente alla realtà. Stiamo analizzando quindi un vero e proprio lavoro di manipolazione dei dati non dichiarato, fatto molto grave e da rendere pubblico; se poi l’abbondante riciclo di testo ritrovato costituisca plagio e frode scientifica, lo lasciamo decidere al lettore.
Introduzione.
Una delle tecniche attraverso le quali la pseudoscienza manipola l’evidenza ad essa favorevole è quello di utilizzare riviste cosiddette “predatorie” per ingrossare le fila delle pubblicazioni in supporto. Queste riviste hanno la precipua caratteristica di garantire la pubblicazione di qualunque sciocchezza in cambio di denaro, producendo dei documenti che hanno tutta l’apparenza di pubblicazioni scientifiche, salvo il fatto che essi non sono passati attraverso una revisione dei pari (peer review) degna di questo nome, e dunque sono privi di ogni garanzia di qualità.
È questo il caso dell’ultima pubblicazione in supporto dell’uso dell’omeopatia prodotta dal pensionato ed ex medico Paolo Bellavite, il quale crede di poter dare supporto all’uso dell’omeopatia invece che degli antibiotici anche nell’otite media acuta, la condizione che ha portato a morte il piccolo Francesco a cui il medico omeopata Mecozzi ha negato gli antibiotici in favore di rimedi omeopatici.
Questa pubblicazione, approvata in una settimana dalla sottomissione, è stata già analizzata da due gruppi del Patto Trasversale per la Scienza, dedicati rispettivamente all’omeopatia e all’integrità nella ricerca scientifica, che ne hanno sottolineato le numerose manchevolezze anche di contenuto; tuttavia, un aspetto finora non è stato trattato, e sarà discusso di seguito.
Detta in due parole, la review risulta consistere in un pastiche di testi riciclati molteplici volte, le cui fonti temporalmente più prossime sono lavori dello stesso Bellavite, ma che in realtà possono essere ricondotti originariamente a testi di altri autori.
Inoltre – e questo è forse un aspetto ancora più grave – vi sono alcune evidenze di riuso selettivo dei testi originali, fatto in modo da distorcerne gravemente il significato originario e da fornire evidenze inesistenti alle ipotesi di Bellavite che l’omeopatia sia migliore del placebo – una forma di falsificazione inaccettabile.
Attraverso questi due mezzi – la pubblicazione predatoria
e il riutilizzo di materiali già pubblicati, anche dagli stessi autori – si
ottiene il doppio scopo di produrre lavori apparentemente “nuovi” in supporto
dell’omeopatia e di aumentare citazioni e impatto dell’autore principale, il
quale non a caso ha anche recentemente vantato il suo H-factor rispetto a
quello di altri ricercatori critici del suo lavoro.
Riciclo testuale in Bellavite et al., 2019: analisi generale.
Una semplice analisi mediante software (ithenticate) permette di identificare larghe porzioni di testo riciclate all’interno del lavoro in questione. Di seguito sono mostrate le aree di testo riciclate per ciascuna pagina, colorate secondo il gruppo di fonti che le contiene; le pagine della review sono mostrate consecutivamente in gruppi di tre. Si noti che per l’analisi sono state considerate solo quelle fonti che contengano almeno 100 parole in comune con la review in analisi, e non sono stati considerate valide identità testuali di meno di 5 parole consecutive. Dall’analisi è stata ovviamente esclusa la bibliografia della review.





Sebbene soventemente il software utilizzato possa non riconoscere alcune identità testuali – per esempio le parole spezzate per andare a capo interrompono il riconoscimento– si può notare che la gran parte del testo risulta ripreso da fonti precedenti.
In particolare, le zone evidenziate in rosso ed in magenta nel testo di Bellavite risultano essere presenti reiteratamente nelle seguenti fonti dello stesso autore:
- Bellavite P, Chirumbolo S, Magnani P, Ortolani R, Conforti A. Effectiveness of homeopathy in immunology and inflammation disorders: a literature overview of clinical studies. Homoeopath Herit. 2008;33(3):35-58.
- Bellavite P, Ortolani R, Pontarollo F, Piasere V, Benato G, Conforti A. Immunology and homeopathy. 4. Clinical studies – Part 1. In: Evidence-Based Complementary and Alternative Medicine. Vol 3. ; 2006:293-301.
Come è agevole notare, si tratta del grosso del testo della review; in particolare, la prima delle fonti elencate, che possiede la maggior quantità di testo in comune con la successiva review del 2019, già include 20 dei 41 lavori poi selezionati per la review del 2019, utilizzando nelle descrizioni identico testo.
Le due pubblicazioni più recenti (la prima e la seconda), come la review del 2019 che ne ricicla il testo, sono pubblicate su riviste che non sono nemmeno indicizzate da PubMed. La cosa è particolarmente interessante, in quanto nella review che qui si analizza, per giustificare il fatto che i lavori non indicizzati su PubMed non saranno considerati nell’analisi, è scritto testualmente:
“Our previous systematic review on the effect of homeopathy in immunological disorders also included non-peer-reviewed papers published until 2010, but in this report we have restricted the report to clinical trials and observational studies cited by PubMed, which is considered the most important search system of bibliographic resources, also for homeopathy and other CAMs [38-40]. As it is known (see for example https://www.nlm.nih.gov/lstrc/jsel.html), the scientific merit of a journal’s content is the primary consideration in selecting journals for indexing in PubMed, especially on the explicit process of external peer review and adherence to ethical guidelines. The publication of a paper in a journal cited by PubMed is not in itself a guarantee of quality, but it can be considered an important criterion of validity, since it is certain that the work was judged by experts in the field before is accepted.”
Peraltro, a parte l’indicizzazione su PubMed, va detto che il lavoro del 2011, come quello del 2019, è pubblicato su rivista predatoria.
Quello del 2008 è pubblicata sulla rivista di un editore indiano, sospetta ed infatti non presente nel DOAJ (Directory of Open Access Journals); infine, il lavoro del 2006 è stata pubblicato da un giornale del gruppo egiziano Hindawi, considerato almeno fino al 2010 predatorio[1] (e successivamente border-line).
Se si considerano oltre alle tre principali anche tutte
altre le fonti identificate (cioè tutte le sorgenti per il testo colorato
sovrapposto alle pagine della review nelle figure precedenti), appare evidente
che la review del 2019 è ridondante, in quanto ricicla in massima parte
identici testi precedenti (come visto, spesso pubblicati su riviste di bassa
qualità o francamente predatorie).
Riciclo testuale in Bellavite et al., 2019: modus operandi.
La semplice analisi delle parti di testo riciclate, illustrata nella sezione precedente, non consente di identificare agevolmente se il riciclo testuale sia abitudine consolidata o eccezione da parte degli autori in questione.
Uno studio più approfondito, di tipo filogenetico, prevede l’identificazione delle eventuali sequenze di riciclo che hanno portato fino al testo che appare nella review del 2019. A titolo di esempio, si illustrerà quanto emerso per la pagina 5 della review in esame.
Il testo principale può essere considerato diviso in 4 blocchi, secondo la sua provenienza originale, come illustrato nell’immagine di seguito.

Per quanto riguarda il BLOCCO 1, esso risulta derivare attraverso 4 passaggi successivi di riciclo da un testo di Bellavite et al. del 2006, come illustrato di seguito (parti conservate con la review del 2019 in rosso; in blue parti originariamente conservate, che successivamente si perdono nei vari passaggi).Bellavite P, Ortolani R, Pontarollo F, Piasere V, Benato G, Conforti A. Immunology and homeopathy. 4. Clinical studies – Part 1. In: Evidence-Based Complementary and Alternative Medicine. Vol 3. ; 2006:293-301.
De Lange de Klerk (62) performed a double-blind, randomized study that evaluated the frequency, duration and severity of rhinitis, pharyngitis and tonsillitis in a group of children. The homeopathic prescription included ‘constitutional’ remedies for preventive purposes and remedies treating acute phases. The year-long therapy was continuously adjusted on an individual basis, and data were collected by means of diaries kept by parents and attending physicians. Results showed that homeopathic therapy was slightly but not significantly better than placebo.
Bellavite P, Chirumbolo S, Magnani P, Ortolani R, Conforti A. Effectiveness of homeopathy in immunology and inflammation disorders: a literature overview of clinical studies. Homoeopath Herit. 2008;33(3):35-58.
De Lange et al. (45) carried out a double-blind, randomized study which they evaluated the frequency, duration and severity of rhinitis, pharyngitis and tonsillitis in a group of children. The homeopathic prescription included “constitutional” remedies for preventive purposes and remedies for the treatment of acute phases. The year-long therapy was continuously adjusted on an individual basis, and the data were collected by means of diaries kept by the parents and attending physicians. The results showed that the homeopathic therapy was slightly but not significantly better than placebo: the mean number of infective episodes was 7.9/year in the treated group and 8.4/year in the control group. The children in the active group experienced episodes that were generally shorter and less severe, and were disease-free for 53% of the days (as against 49% in the placebo group)
Bellavite P, Marzotto M, Chirumbolo S, Conforti A. Advances in homeopathy and immunology: A review of clinical research. Front Biosci – Sch. 2011;3 S(4):1363-1389.
Individualized homeopathy
De Lange and coworkers (38) carried out a double-blind, randomised study in which they evaluated the frequency, duration and severity of rhinitis, pharyngitis and tonsillitis in a group of children. The homeopathic prescription included “constitutional” remedies for preventive purposes and remedies for the treatment of acute phases. The year-long therapy was continuously adjusted on an individual basis, and the data were collected through diaries kept by the parents and attending physicians. The results showed that the homeopathic therapy was slightly but not significantly better than the placebo: the mean number of infective episodes was 7.9/year in the treated group versus 8.4/year in the control group. The children in the active group experienced episodes that were generally shorter and less severe; the percentage of children not requiring antibiotics was 62% for homeopathy against 49% for conventional therapy. The authors conclude that the differences between the two treatments are interesting but slight.
Bellavite P, Marzotto M, Andreoli B. Homeopathic Treatments of Upper Respiratory and Otorhinolaryngologic Infections: A Review of Randomized and Observational Studies. Altern Complement Integr Med. 2019;5(2):1-20.
Randomized Trials of Individualized homeopathy
De Lange and coworkers carried out a double-blind, randomized study which they used to evaluate the frequency, duration and severity of rhinitis, pharyngitis and tonsillitis in a group of children [44]. The homeopathic prescription included “constitutional” medicines for preventive purposes and medicines for the treatment of acute phases. The year-long therapy was continuously adjusted on an individual basis, and the data was collected by means of diaries kept by the parents and attending physicians. The results showed that the homeopathic therapy was slightly but not significantly better than the placebo: the mean number of infective episodes was 7.9/year in the treated group and 8.4/year in the control group. The children in the active group experienced episodes that were generally shorter and less severe; the percentage of children not requiring antibiotics was 62% vs. 49% in homeopathy and conventional therapy respectively. The authors concluded that the differences between the two treatments were interesting but small (odds ratio favoring homeopathy versus placebo: 1.67, 95% CI: 0.96-28.9).
Per quanto riguarda il BLOCCO 2, esso risulta derivare attraverso 5 passaggi successivi di riciclo da un testo di Jacobs et al. del 2001, come illustrato di seguito
Jacobs J, Springer DA, Crothers D. Homeopathic treatment of acute otitis media in children: A preliminary randomized placebo-controlled trial. Pediatr Infect Dis J. 2001;20(2):177-183.
METHODS:
A randomized double blind placebo control pilot study was conducted in a private pediatric practice in Seattle, WA. Seventy-five children ages 18 months to 6 years with middle ear effusion and ear pain and/or fever for no more than 36 h were entered into the study. Children received either an individualized homeopathic medicine or a placebo administered orally three times daily for 5 days, or until symptoms subsided, whichever occurred first. Outcome measures included the number of treatment failures after 5 days, 2 weeks and 6 weeks. Diary symptom scores during the first 3 days and middle ear effusion at 2 and 6 weeks after treatment were also evaluated.
RESULTS:
There were fewer treatment failures in the group receiving homeopathy after 5 days, 2 weeks and 6 weeks, with differences of 11.4, 18.4 and 19.9%, respectively, but these differences were not statistically significant. Diary scores showed a significant decrease in symptoms at 24 and 64 h after treatment in favor of homeopathy (P < 0.05). Sample size calculations indicate that 243 children in each of 2 groups would be needed for significant results, based on 5-day failure rates.
Bellavite P, Ortolani R, Pontarollo F, Piasere V, Benato G, Conforti A. Immunology and homeopathy. 4. Clinical studies – Part 1. In: Evidence-Based Complementary and Alternative Medicine. Vol 3. ; 2006:293-301.
A randomized double-blind placebo control pilot study was conducted (66) in children with otitis media. Subjects having middle ear effusion and ear pain and/or fever for no more than 36 h entered into the study. They received either an individualized homeopathic medicine or a placebo administered orally three times daily for 5 days, or until symptoms subsided. There were fewer treatment failures in the group receiving homeopathy, these differences were not statistically significant. Diary scores showed a significant decrease in symptoms after treatment in favor of homeopathy (P < 0.05).
Bellavite P, Chirumbolo S, Magnani P, Ortolani R, Conforti A. Effectiveness of homeopathy in immunology and inflammation disorders: a literature overview of clinical studies. Homoeopath Herit. 2008;33(3):35-58.
A randomized double-blind placebo control pilot study was conducted (49) in children with otitis media. Subjects having middle ear effusion and ear pain and/or fever for no more than 36 h entered into the study. They received either an individualized homeopathic medicine or a placebo administered orally three times daily for 5 days, or until symptoms subsided. Outcome measures included the number of treatment failures after 5 days, 2 weeks and 6 weeks. Diary symptom scores during the first 3 days and middle ear effusion at 2 and 6 weeks after treatment were also evaluated. There were fewer treatment failures in the group receiving homeopathy after 5 days, 2 weeks and 6 weeks, with differences of 11.4%, 18.4% and 19.9%, respectively, but these differences were not statistically significant. Diary scores showed a significant decrease in symptoms at 24 and 64 h after treatment in favor of homeopathy (P < 0.05).
Bellavite P, Marzotto M, Chirumbolo S, Conforti A. Advances in homeopathy and immunology: A review of clinical research. Front Biosci – Sch. 2011;3 S(4):1363-1389.
A randomised double-blind placebo controlled pilot study was carried out (46) on children with otitis media. Subjects presenting middle ear effusion and ear pain and/or fever for no more than 36 h were enrolled in the trial. They received either an individualised homeopathic remedy or a placebo, administered orally three times daily for 5 days or until symptoms subsided. Outcome measures included the number of treatment failures after 5 days, 2 weeks and 6 weeks. Diary symptom scores during the first 3 days and middle ear effusion at 2 and 6 weeks after treatment were also evaluated. There were fewer treatment failures in the group receiving homeopathy after 5 days, 2 weeks and 6 weeks, however these differences were not statistically significant. Diary scores showed a significant decrease in symptoms at 24 and 64 h after treatment in favour of homeopathy (P < 0.05).
Bellavite P, Marzotto M, Andreoli B. Homeopathic Treatments of Upper Respiratory and Otorhinolaryngologic Infections: A Review of Randomized and Observational Studies. Altern Complement Integr Med. 2019;5(2):1-20.
A randomized double-blind placebo controlled pilot study was carried out on children with otitis media [51]. Subjects presenting middle ear effusion and ear pain and/or fever for no more than 36 h were enrolled in the trial. They received either an individualized homeopathic medicine or a placebo; administered orally three times daily for 5 days or until symptoms subsided. The 4 most commonly medicines prescribed included Pulsatilla, Chamomilla, Sulphur and Calcarea carbonica. Outcome measures included the number of treatment failures after 5 days, 2 weeks and 6 weeks. Diary symptom scores during the first 3 days and middle ear effusion at 2 and 6 weeks after treatment were also evaluated. There were fewer treatment failures in the group receiving homeopathy after 5 days, 2 weeks and 6 weeks. However these differences were not statistically significant. Diary scores showed a significant decrease in symptoms at 24 and 64 h after treatment, in favor of homeopathy (P < 0.05).
Per quanto riguarda il BLOCCO 3, esso risulta derivare attraverso 4 passaggi successivi di riciclo da un testo di Bellavite et al. del 1995, come illustrato di seguito.
Bellavite P, Signorini A, Society for the Study of Native Arts and Sciences. Homeopathy, a Frontier in Medical Science : Experimental Studies and Theoretical Foundations. North Atlantic Books; 1995.
and that of Wiesenauer and coworkers [Wiesenauer et al., 1989; score 60/100], who demonstrated the inefficacy, in the therapy of sinusitis, of a number of remedies prepared from various combinations of Luffa opercolata (dishcloth gourd), Kalium bichromicum (bichromate of potash), and Cinnabaris (cinnabar) (in 3x-4x dilutions).
Bellavite P, Ortolani R, Pontarollo F, Piasere V, Benato G, Conforti A. Immunology and homeopathy. 4. Clinical studies – Part 1. In: Evidence-Based Complementary and Alternative Medicine. Vol 3. ; 2006:293-301.
Wiesenauer et al. (54) compared the effects of three different homeopathic treatments and placebo in patients with acute and chronic sinusitis. In this randomized, double-blind study the patients were divided into four groups: group A: Luffa operculata 4x + Kalium bichromicum 4x + Cinnabaris 3x; group B: K. bichromicum 4x + Cinnabaris 3x; group C: Cinnabaris 3x; and group D: placebo. The study did not reveal any difference in therapeutic effects in the four groups. Their conclusion was that, unless other data emerge from a study of individual homeopathic prescriptions (‘repertorization’), the drugs should not be considered active in acute or chronic sinusitis in the general population; they also pointed out that similar negative results have been obtained with antibiotics, nasal decongestants and drainage of the nasal cavities.
Bellavite P, Marzotto M, Chirumbolo S, Conforti A. Advances in homeopathy and immunology: A review of clinical research. Front Biosci – Sch. 2011;3 S(4):1363-1389.
Wiesenauer and coworkers (32) demonstrated the inefficacy, in the treatment of sinusitis, of a number of remedies prepared from various combinations of Luffa opercolata, Kalium bichromicum, and Cinnabaris (in low homeopathic dilutions). Their conclusion is that, unless other data emerge from a study of individualised homeopathic prescriptions (“repertorisation”), the drugs should not be considered active in acute or chronic sinusitis in the general population; they also point out that similar negative results have been obtained with antibiotics, nasal decongestants and drainage of the nasal cavities.
Bellavite P, Marzotto M, Andreoli B. Homeopathic Treatments of Upper Respiratory and Otorhinolaryngologic Infections: A Review of Randomized and Observational Studies. Altern Complement Integr Med. 2019;5(2):1-20.
A series of medicines for non allergic rhinitis, prepared from various combinations of Luffa opercolata, Kalium bichromicum and Cinnabaris (in low homeopathic dilutions) were compared with a placebo in a double-blind trial [83]. Criteria for the therapeutic result were headache, blocked nasal breathing, trigeminal tenderness, reddening and swelling of nasal mucosa and postnasal secretion. All combinations were ineffective in the treatment of those sinusitis symptoms. The author’s conclusion was that, unless other data emerge from a study of individualized homeopathic prescriptions (“repertorisation”), the drugs should not be considered active in acute or chronic sinusitis in the general population. They also point out that similar negative results have been obtained with antibiotics, nasal decongestants and drainage of the nasal cavities.
Infine, il BLOCCO 4 rappresenta un caso particolarmente interessante. Sebbene in questo caso i passaggi di riciclo testuale, a partire da un articolo di Zabolotnyii et al del 2007, siano soltanto 3, si noti la frase in giallo nel lavoro originale ripreso da Bellavite et al. Quella frase, che mostra come lo studio non sia un paragone tra omeopatia e placebo (ciò che servirebbe per affermare un’efficacia superiore al placebo dell’omeopatia), spiega come i pazienti, in entrambi i gruppi paragonati, abbiano assunto paracetamolo e altri farmaci da banco, in modo che il controllo tra i due gruppi è, di fatto, sporcato, e certo non si può assumere la superiorità dell’omeopatia rispetto al placebo. Proprio questa frase viene eliminata dal testo altrimenti riciclato in entrambe le due successive review pubblicate da Bellavite su due riviste predatorie. Questo comportamento, oltre che il riciclo testuale, essendo distorsivo è definibile come falsificazione per omissione. Di seguito si fornisce l’evidenza per quanto affermato.
Zabolotnyi DI, Kneis KC, Richardson A, et al. Efficacy of a Complex Homeopathic Medication (Sinfrontal) in Patients with Acute Maxillary Sinusitis: A Prospective, Randomized, Double-Blind, Placebo-Controlled, Multicenter Clinical Trial. Explor J Sci Heal. 2007;3(2):98-109.
Interventions: Fifty-seven patients received Sinfrontal and 56 patients received placebo. Additionally, patients were allowed saline inhalations, paracetamol, and over-the-counter medications, but treatment with antibiotics or other treatment for sinusitis was not permitted.
Results: From day zero to day seven, Sinfrontal caused a significant reduction in the SSS total score compared with placebo (5.8 ± 2.3 [6.0] points vs 2.3 ± 1.8 [2.0] points; P< .0001). On day 21, 39 (68.4%) patients on active medication had a complete remission of AMS symptoms compared with five (8.9%) placebo patients. All secondary outcome criteria displayed similar trends. Eight adverse events were reported that were assessed as being mild or moderate in intensity. No recurrence of AMS symptoms occurred by the end of the eight-week posttreatment observational phase.
Bellavite P, Marzotto M, Chirumbolo S, Conforti A. Advances in homeopathy and immunology: A review of clinical research. Front Biosci – Sch. 2011;3 S(4):1363-1389.
A prospective, randomised, double-blind, placebo-controlled trial carried out in the Ukraine (57) investigated the efficacy of a complex homeopathic medication (Sinfrontal), compared to a placebo, in patients with maxillary sinusitis. Between day zero and day seven, Sinfrontal produced a significant reduction in the total symptom score compared to the placebo (p < 0.0001). Eight adverse events were reported, assessed as being of mild or moderate intensity. The authors suggest that this complex homeopathic medication is safe and appears to be an effective treatment for acute maxillary sinusitis.
Bellavite P, Marzotto M, Andreoli B. Homeopathic Treatments of Upper Respiratory and Otorhinolaryngologic Infections: A Review of Randomized and Observational Studies. Altern Complement Integr Med. 2019;5(2):1-20.
Sinfrontal is a complex homeopathic medication (containing Cinnabaris 4D, Ferrum phosphoricum 3D, Mercurius solubilis 6D) that is used for a variety of upper respiratory tract infections and has shown promise as a treatment for rhinosinusitis. A prospective, randomized, double-blind, placebo-controlled trial, carried out in Ukraine, investigated the efficacy of this complex homeopathic medication compared to a placebo, in patients with maxillary sinusitis [60]. Fifty-seven patients received Sinfrontal and 56 patients received placebo. Between day zero and day seven, Sinfrontal produced a significant reduction in the total symptom score compared to the placebo (p < 0.0001). After three weeks, 68.4% patients on active medication had a complete remission compared with 8.9% of placebo patients. Eight adverse events were reported, assessed as being of mild or moderate intensity. The authors suggest that this complex homeopathic medication is safe and appears to be an effective treatment for acute maxillary sinusitis. A cost-utility analysis based on data from this trial calculated that Sinfrontal led to incremental savings of €275 per patient compared with the placebo over 22 days, essentially due to markedly reduced absenteeism from work [61].
Per avere una visione d’insieme, è possibile raggruppare i dati fin qui esposti circa l’origine dei blocchi di testo che costituiscono la pagina 5 della review di Bellavite recentemente pubblicata.
La situazione è ben rappresentata nello schema seguente, che illustra come l’autore sostanzialmente ricicli nelle sue varie pubblicazioni pezzi di testo propri ed altrui, ricomponendoli di volta in volta secondo necessità e con piccole variazioni.
Si noti come, considerando anche solo la pagina 5 della review del 2019, tutti i lavori sorgente posteriori al primo del 1995 contengono pezzi di testo riciclato, a testimonianza di un modus operandi reiterato.

Naturalmente, nello schema non si tiene conto del fatto che, come appena visto per il blocco 4, il riciclo di testo può essere selettivo e tale da distorcere il significato della fonte originale discussa nelle varie pubblicazioni dell’autore.
Conclusioni
Come è stato ampiamente dimostrato, la recente review pubblicata da Bellavite et al. su rivista predatoria rappresenta un evidente esempio di esteso riciclo testuale; inoltre, l’analisi ha consentito di evidenziare la costanza di tale comportamento nel tempo e anche l’abitudine, almeno recentemente, a pubblicare su riviste predatorie e non indicizzate su PubMed (contraddittoriamente considerata dallo stesso Bellavite standard di qualità).
Inoltre, almeno in un caso è stata documentata la distorsione dell’informazione originariamente pubblicata da altri autori, attraverso l’eliminazione nel testo riciclato di una parte importante di informazione, che indebolirebbe la tesi degli autori del riciclo; tale comportamento, in mancanza di chiare giustificazioni, si configura come falsificazione per omissione.
Il tipo di produzione scientifica esaminato non può
quindi avere alcuna utilità nello stabilire l’efficacia dell’omeopatia,
soprattutto se paragonato alle serie e metodologicamente solide meta-analisi di
segno contrario pubblicate in altre sedi.
[1] Nel 2010, un sottoinsieme delle riviste Hindawi, editore originariamente egiziano, era nella lista dei giornali predatori di Beall, a causa della sospetta cattiva qualità dei processi di revision e della solecitazione via mail di manoscritti; successivemente, Beall rimosse il publisher dalla sua lista, definendolo “border line”. Da allora, il miglioramento di Hindawi è stato continuo, ma non sono mancati numerosi scandali che hanno interessato riviste pubblicate da quell’editore scientifico.
UNA LETTURA ILLUMINANTE: L’ULTIMA REVIEW A SUPPORTO DELL’OMEOPATIA
(special guest… un cane)
Premessa
Qualcuno, visto che è iniziato il processo penale al dott. Mecozzi, accusato dalla Procura della Repubblica del Tribunale di Ancona di aver cagionato la morte di un bambino di di 7 anni affetto di otite per aver sconsigliato gli antibiotici ed aver prescritto cure omeopatiche, crede che l’utilizzo di una pubblicazione su una rivista definita “predatoria” possa servire a convincere i giudici che l’omeopatia sia indicata per l’otite e sia migliore degli antibiotici.
Il giornale dove è stato a tempo di record pubblicato l’articolo che sostiene queste cose è da tempo incluso nella Beall’s list, riferimento per l’individuazione degli editori e dei giornali che pubblicano qualsiasi cosa a pagamento.
A quanto pare, l’editore che pubblica quella rivista ha fra le sue pubblicazioni una nel cui editorial board sedeva un … cane.
Il PTS, tramite i suoi gruppi dedicati all’integrità nella ricerca scientifica e all’omeopatia, ha esaminato comunque anche il contenuto della review in questione; l’analisi di dettaglio è illustrata di seguito.
Considerazioni critiche su una nuova review in tema di omeopatia
Nell’editoria scientifica, e particolarmente per quanto riguarda il settore biomedico, si assiste da alcuni anni all’emersione del fenomeno della pubblicazione open source di bassa qualità. Si tratta di un modello di business piuttosto semplice, basato su uno stravolgimento del concetto di “Open Source”: in cambio di un compenso, una rivista che ha l’apparenza di essere scientifica pubblica articoli che passano una debolissima o nessuna peer review.
Nel caso dell’applicazione dell’omeopatia alle malattie del tratto respiratorio, gli esempi sono molteplici: si ricorda, per esempio, la pubblicazione nel 2015 da parte di un gruppo di Bologna di uno studio che fu ampiamente criticato, non solo per la debolezza dello studio in sé, ma anche per la stessa sede della pubblicazione – all’epoca definito un “crappy journal” – che, guarda caso, consentì agli autori di pubblicare senza dichiarare il proprio conflitto di interesse, essendo collegati alla Boiron.
La cosa veramente sorprendente è che in questo studio si misero a confronto due gruppi di bambini affetti da raffreddore: ad uno fu somministrato un trattamento omeopatico, all’altro una combinazione di antibiotici (amoxicillina-clavulanato) insieme al trattamento omeopatico – ben sapendo che essendo il raffreddore comune una condizione virale, non ci si aspetta nessun effetto dalla somministrazione di antibiotici (se non, in alcuni bambini, qualche effetto collaterale). Uno studio quindi censurabile (per il trattamento antibiotico, che non era necessario né indicato), alla fine del quale, guarda caso, non si osservano differenze fra i due gruppi; nonostante ciò, gli autori concludevano: “Our data confirmthat the homeopathic treatment in questionhaspotential benefits for cough in children …“, oltretutto senza nessun gruppo di controllo privo di trattamento omeopatico.
Proprio questo lavoro, guarda caso, è citato da una recentissima review ove si vorrebbe sostenere tra l’altro che l’omeopatia sia consigliata per il trattamento della Otite Media Acuta.
La review è la seguente:
Ci si chiede come è possibile che gli autori abbiano potuto includere uno studio simile, oltre ad altri che presentano problemi altrettanto gravi, in una review della letteratura che dovrebbe filtrare le migliori evidenze disponibili; e ci si chiede poi come sia possibile che dei revisori non abbiano bloccato questo studio.
La risposta alla prima domanda è probabilmente nel pensiero motivato degli autori stessi, mentre per quanto riguarda la seconda basta considerare la rivista in cui il lavoro è stato pubblicato. In questo caso, non si tratta semplicemente di un giornale “crappy”: si tratta invece di una rivista il cui editore è ben noto per essere predatorio, tanto da costituire un esempio nei corsi di integrità sulla ricerca scientifica che alcuni di noi tengono in varie istituzioni ed essere da tempo incluso nella “Beall’s list” dei “predatory publishers”.
Si definisce predatorio un giornale o un editore che sollecitino aggressivamente la sottomissione o la revisione di manoscritti, che saranno pubblicati in una rivista senza nessuna revisione reale a fronte di un compenso. Per “aggressivamente” si intende soprattutto il fatto che le mail di sollecitazione sono inviate in larga scala a persone che sono completamente al di fuori della materia che dovrebbe essere oggetto di pubblicazione o revisione
Di seguito, la mail di sollecitazione classica ricevuta da un ricercatore completamente al di fuori del settore dalla rivista in cui è stata pubblicata la review sull’omeopatia:
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Warm greetings
from the Journal of Alternative, Complementary & Integrative Medicine!
We would like to take an opportunity and
introduce the Journal of Alternative, Complementary & Integrative Medicine
as one of the journals of Herald Scholarly Open Access. We are in the process
of releasing an upcoming issue.
We would like to invite you to peer review a
manuscript for the Journal of Alternative, Complementary & Integrative
Medicine. The manuscript entitled “Benefits of Dream Work for the Dying” with
the reference number HACIM-17-019 abstract is given below; please let us know
your opinion to review it. If you accept to review the manuscript, then we will
send you the full length article.
Abstract:
This paper provides an examination of the
effects of dream work on patients facing end of life. The literature reviewed
is an exploration of the value of interaction with dreams though guided dream
work techniques as well as using surveys and interviews. Quality of life,
comfort, and psychological well-being associated with dream work will also be
explored. Additionally, the author will review the research on how dreams and
dream content help to mediate the existential crisis faced by those at end of
life. The author’s goal is to provide evidence to support the integration of
dream work into the existing complementary and integrative practices for
palliative care and to highlight the need for further research.
Please feel free to contact us for any
queries.
Anticipating your reply
With Best Regards
Emma Lynch
Herald Scholarly Open Access
2561 Cornelia Rd
#205, Herndon, VA 20171
USA
Tel: +1-646-661-6626
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La storia di questa sollecitazione predatoria è specificata in questo blog, tenuto dal ricercatore destinatario della mail.
A parte la sollecitazione aggressiva per ottenere sottomissioni e revisioni, gli editori predatori ovviamente sono caratterizzati dal pubblicare articoli di bassissima qualità, senza nessun filtro di peer-review.
L’editore della rivista in questione è diventato tristemente famoso nel 2015, quando accettò fra gli editor del board di una propria rivista un … cane. Dopo l’ennesima sollecitazione aggressiva, infatti, un ricercatore australiano decise di registrare il proprio cane (come esperto in scienze canine, ovviamente …) e si arrivò al punto di ricevere persino un manoscritto da rivedere.
La storia è ben documentata qui e fu riportata anche da Science.
In realtà, vi sono ulteriori elementi che confermano la bassa qualità della review in questione, che non poteva che essere pubblicata su una rivista predatoria.
Consideriamo per esempio i lavori revisionati. Di uno si è già detto in apertura; ma riteniamo interessante portare all’attenzione del lettore il fatto che molti degli studi citati misurino l’effetto dell’omeopatia, senza alcun controllo; in altre parole, in almeno 9 dei lavori considerati nella review, sono descritti solo pazienti trattati con rimedi omeopatici, senza nessun confronto con alcun altro gruppo di controllo. In altri 21 degli studi inclusi, manca un controllo contro un gruppo trattato con il solo placebo; si tratta, nel caso dell’omeopatia, di un controllo fondamentale, visto che l’effetto dei preparati omeopatici è spiegabile in termine di placebo. Per il resto, la decina di trial, molto eterogenei tra loro, non permette affatto di stabilire in modo statisticamente significativo il funzionamento dell’omeopatia oltre l’effetto placebo; anzi, alcuni fra questi dieci lavori rimanenti affermano che l’omeopatia è indistinguibile da esso, e comunque combinando i dati di efficacia (una procedura non corretta in caso di condizioni eterogenee come quelle considerate in questi lavori) non si raggiunge alcuna significatività statistica. In allegato a questo documento, forniamo una tabella Excel in supporto alle affermazioni appena enunciate.
A parte la dubbia selezione dei lavori revisionati, i metodi stessi degli autori, basati su affermazioni che sono prive di supporto solido, sono alquanto discutibili; anche essi non potevano che trovare posto in una rivista predatoria.
Per esempio, consideriamo la seguente frase a pagina 13, nella discussione:
“Though the number of papers published in peer-reviewed journals is increasing, many homeopathic clinical studies are still characterized by low standards of methodology a problem which is, however, equally common in the conventional medical literature”
Si tratta di un’equazione assolutamente non supportata dai fatti: non è per nulla vero che gli studi clinici definiti dagli autori “convenzionali” siano affetti dallo stesso tipo di difetti appena elencati per i 41 lavori da essi selezionati. Per esempio, risulta molto difficile fare un numero di esempi significativo per studi clinici pubblicati in cui si descriva un solo trattamento, senza alcun gruppo di paragone o controllo; senza contare la bassa standardizzazione degli endpoints, la spesso piccola dimensione del campione e la più volte mancata randomizzazione e cecità negli studi di farmaci omeopatici.
Singolari sono pure certe affermazioni ed il linguaggio poco rigoroso usato nelle conclusioni di questo lavoro su rivista predatoria, laddove per esempio si afferma quanto segue:
“In a relatively small field like homeopathy, where scientific research is still in its infancy and there is no consensus on the model validity of different approaches, we have the advantage of including the contribution, albeit partial, of each publication of sufficient validity and therefore of having an overall view of literature. In the light of the clinical findings, the use of individualized homeopathy or homeopathic medicines could be regarded as a possible option in the elds reviewed in this work particularly in the infections of upper airways, otitis and rhinopharyngitis provided that the homeopathic diagnosis and prescription is correct and is integrated with other possible effective treatments.”
Come si può notare, l’intero paragrafo è tra il tautologico e il non sense; senza contare che si fa riferimento all’inclusione di pubblicazioni di “sufficiente validità” (su una metrica arbitraria, stabilita dagli autori e non quantitativa).
Si tratta solo di esempi della retorica che intride questa pubblicazione, basata su frasi non supportate dai dati presentati; il lettore potrà senz’altro rinvenire altri casi.
Conclusioni.
In conclusione, dal punto di vista dei contenuti:
- la nuovissima review, che pretenderebbe di dimostrare l’efficacia dell’omeopatia nelle infezioni dell’alto tratto respiratorio, include tra i lavori che esamina (considerandoli in supporto) alcuni lavori da tempo screditati per le loro falle metodologiche ed etiche;
- I lavori considerati quasi sempre non includono controlli opportuni o addirittura considerano solo pazienti trattati con il placebo, senza nessun gruppo di paragone;
- La review contiene al suo interno affermazioni tautologiche, non supportate quantitativamente dall’analisi svolta, ed è debolissima dal punto di vista metodologico, fondandosi principalmente sul giudizio soggettivo degli autori che spesso tradisce una semplice volontà di affermazione dell’omeopatia a spese della medicina da loro definita come convenzionale.
Non a caso, il contenitore di una review come questa non è altro che una rivista predatoria pubblicata da uno dei più famosi publisher predatori; un esempio di scuola di inquinamento della letteratura scientifica, a mezzo di un articolo che intende supportare le tesi preconcette degli autori.
Il PTS al processo Mecozzi
Roberto Burioni, Matteo Bassetti, Pellegrino Conte e Salvo di Grazia, dell’Associazione Patto Trasversale per la Scienza sono i consulenti del PTS per l’Unione Nazionale Consumatori nel processo contro Massimiliano Mecozzi, omeopata di Pesaro, accusato dalla Procura della Repubblica di Ancona di essere responsabile della morte del piccolo Francesco Bonifazi.
Il processo penale è iniziato ieri, 24 settembre e la prima udienza è stata rinviata al 14 gennaio del 2020.
Il bambino è morto a 7 anni, il 27 maggio del 2017 a seguito di un’otite, curata con rimedi omeopatici, che si è trasformata in una meningite, causa del decesso del piccolo Francesco.
L’omeopata di Pesaro, Massimiliano Mecozzi, venne interpellato dai genitori di Francesco il 7 maggio 2017. Il bambino aveva un’otite media acuta e a fronte del suo aggravamento (dolore dapprima all’orecchio destro e poi a quello sinistro, fuoriuscita abbondante di liquido da entrambe le orecchie, rialzi febbrili fino a 39,5 °C, cefalea, irritabilità, dimagrimento, apatia), Mecozzi, secondo l’accusa della Procura della Repubblica di Ancona, sottostimò il quadro clinico indicativo di un’infezione locale di elevata gravità, omise di procedere ad ogni approfondimento diagnostico; prescrisse una terapia esclusivamente a base di medicinali omeopatici, omettendo la prescrizione delle necessarie terapie antibiotiche raccomandate dalle Linee Guida della Società Italiana di Pediatria, prospettando ai genitori del ragazzo l’insorgenza di gravi malattie (sordità, coma epatico) quale conseguenza della somministrazione di farmaci antibiotici e tachipirina. Per tale ragione, li esortò a non condurre il minore in ospedale.
All’udienza di ieri si sono costituiti parti civili i nonni del minore, mentre i genitori dello stesso sono stati condannati precedentemente dal GUP del Tribunale di Ancona in primo grado a tre mesi di reclusione per non “aver esercitato l’obbligo di protezione nei confronti del figlio”.
Parte civile si è costituita anche l’Unione Nazionale Consumatori, patrocinata dall’Avv. Corrado Canafoglia, alla quale il Tribunale ha riconosciuto la legittimazione a costituirsi parte civile a fronte dell’intensa attività diretta al debuking di fake news, ovverosia allo smascheramento di notizie false , soprattutto in ambito medico – farmaceutico , che da oltre 15 anni porta avanti in tutta Italia.
L’Unione Consumatori si avvarrà quindi del Patto Trasversale per La Scienza per il supporto medico-scientifico e le consulenze con esperti di fama nazionale quali il Prof. Roberto Burioni, ordinario di Microbiologia e Virologia all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano in prima linea sulle tematiche dei vaccini e dell’omeopatia, il Prof. Matteo Bassetti, ordinario di malattie infettive all’Università di Genova; il Prof. Pellegrino Conte, ordinario di chimica agraria all’Università di Palermo ed il Dr. Salvo Di Grazia, tutti membri dell’Associazione – presieduta dal Prof. Pierluigi Lopalco – che ha come principale obiettivo la difesa dei cittadini dalla pseudoscienza e dai ciarlatani di ogni tipo, favorendo e promuovendo presso le istituzioni l’alfabetizzazione scientifica, attraverso l’insegnamento del metodo scientifico e la valorizzazione della cultura della scienza, in contrapposizione ad idee di medicina alternativa che purtroppo attirano , ma creano danni , talora irreparabili come nel caso del piccolo Francesco.
Il Prof. Lopalco commenta: “Il PTS è lieto di poter sostenere le ragioni della scienza in un processo che riguarda una storia tanto terribile quanto incredibile. Aiuteremo la giustizia a fare il suo corso perché la salute dei cittadini venga sempre protetta dalle pericolosissime sirene dei ciarlatani”.