Lettera aperta del PTS al Direttore di Repubblica

Gentile Direttore,
il Patto Trasversale per la Scienza ha come scopo “la promozione e la diffusione della scienza e del metodo scientifico al fine di superare ogni ostacolo e/o azione che generi disinformazione su temi scientifici”, per questo abbiamo letto con stupore lo spazio assegnato su Repubblica Salute del 22 Ottobre per l’intervista a Luc Montagnier “Omeopatia, perché non bisogna ignorarla”. Certi dei suoi numerosi impegni, abbiamo pensato di farle cosa gradita nell’enucleare per brevi punti i motivi che destano la nostra preoccupazione:

CONTENUTO
1. È misinformazione veicolare acriticamente il messaggio per cui “L’omeopatia ha una base scientifica, ma viene ignorata”, poiché al momento tutte le analisi e metanalisi scientifiche (si vedano, tra gli altri, il dossier australiano, quello britannico, o quello redatto dalla comunità europea) affermano che non ha alcun fondamento scientifico.

2. È discutibile usare un premio Nobel screditato per riportare un’opinione scorretta e soprattutto estremamente minoritaria della comunità scientifica (nessuno degli esperti di settore, infatti, la sostiene). Montagnier è oggi screditato agli occhi della comunità scientifica, come è apertamente riconosciuto dalla stessa testata da Lei diretta: pensiamo all’articolo apparso l’8/11/2017 proprio su Repubblica dall’eloquente titolo “Dal Nobel alle bufale, il declino di Luc Montagnier. Dalla papaya che cura il Parkinson e la Sars, ai vaccini che provocherebbero l’autismo, fino alla conversione all’omeopatia. Un premio Nobel in confusione o forse ormai votato alle baggianate”.

FORMA
3. Ci rendiamo conto che Repubblica su alcuni specifici argomenti, che riguardano soprattutto la scienza, da tempo sembra aver scelto una sorta di doppio standard di etica della comunicazione. Un giorno sostiene, comprensibilmente, che la misinformazione, le fake news, avvelenano il dibattito politico —ad esempio smascherando in prima pagina, attraverso autorevoli giornalisti, le falsità sui dati dell’immigrazione per fini propagandistici—, un altro giorno sostiene invece che “L’omeopatia ha una base scientifica” o “suppone che la scienza stia cambiando idea” sulla stessa, portando come esempio un articolo scientifico (Magar et al., Scientific Reports 2018) che è stato successivamente ritrattato come frode per manipolazione di dati (cfr. allegato 2). In quest’ultimo caso Repubblica, si fa notare, non ha mai dato spazio di replica agli autori degli articoli pubblicati su Repubblica Salute del 25 settembre 2018, che criticavano la mancanza di basi scientifiche nell’omeopatia, e che si sono visti contraddire -secondo un principio di par condicio, inesistente in campo scientifico- le proprie conclusioni, basate su evidenze scientifiche dimostrabili, con un articolo poi dimostratosi una frode. Riconoscere quella frode ha significato uno sforzo della comunità scientifica Italiana e internazionale, tra cui personalità del calibro del prof. Garattini, che ha dovuto impegnarsi 9 mesi per giungere a ritirare l’articolo scientifico che descriveva con dati falsi il successo di un farmaco omeopatico in animale. Tutto è stato innescato proprio dall’articolo frode comparso su Repubblica, nemmeno una riga, ripetiamo, è stata pubblicata per avvisare i lettori del macroscopico errore.

4. Abbiamo notato che Repubblica, in campi quali l’omeopatia, la biodinamica e gli Ogm, disattende sovente l’uso delle competenze scientifiche, favorendo la disinformazione. Capiamo bene che in ogni solida democrazia l’informazione non può essere monocorde e vada assicurato il pluralismo dei punti di vista, eppure in campo scientifico è necessario offrire sempre i dati validati e riconosciuti dalla maggioranza degli esperti di settore, anche e soprattutto quando si sceglie di raccontare tesi minoritarie, lasciando ai cittadini la propria valutazione. Diversamente, dare visibilità a tesi minoritarie, senza contestualizzarle nella loro abnormità rispetto alle evidenze disponibili, può, anziché favorire il dibattito democratico a più voci, essere dannoso per la democrazia. Capiamo l’asprezza dell’esempio (sebbene si tratti di una nota diatriba in seno alla natura dell’antiscientismo di stampo relativista), ma, se trasposta in ambito umanistico, la logica del dar spazio, fuori contesto, a voci minoritarie non basate sulle prove porterebbe a dare libero accesso sui quotidiani, cosa che ci ripugnerebbe, anche alle tesi dei negazionisti della Shoah.

Cordiali saluti

Pier Luigi Lopalco – Presidente PTS