Il Patto Trasversale per la Scienza, PTS, insieme a professioniste e professionisti della Sanità, e rappresentanti della società civile, preoccupato per il futuro della Salute Pubblica in Italia e dell’approccio scientifico alla salute, chiede con forza la revoca immediata delle nomine di Paolo Bellavite ed Eugenio Serravalle all’interno del NITAG – il Gruppo Tecnico Consultivo Nazionale sulle Vaccinazioni. Questi due membri sono noti per aver espresso posizioni pubblicamente critiche e spesso ideologiche contro i vaccini, in particolare contro quelli pediatrici e contro i vaccini anti-Covid.
I due medici non vantano una solida produzione scientifica in ambito vaccinale, né riconoscimento accademico in materia di immunizzazione. In passato, hanno pubblicato e promosso contenuti pseudoscientifici, mettendo in dubbio la sicurezza e l’efficacia dei vaccini, e sostenendo teorie prive di fondamento. Queste nomine rappresentano un grave segnale di legittimazione di teorie antiscientifiche, che rischia di minare la fiducia dei cittadini nei confronti delle istituzioni sanitarie; favorire l’esitazione vaccinale, già in crescita in molte fasce della popolazione; compromettere la credibilità del NITAG, screditando anche i suoi membri altamente qualificati; indebolire la cultura della prevenzione, fondamentale per la salute collettiva.
Con questa petizione, ci opponiamo all’ingresso delle pseudoscienze nelle istituzioni. Difendiamo la scienza, la salute, la responsabilità civile. Chiediamo scelte basate su fatti, non su ideologie.
Il Patto Trasversale per la Scienza (PTS) esprime profonda preoccupazione per la scelta del Governo italiano di rifiutare gli emendamenti adottati alla 77/a Assemblea Mondiale della Sanità e lo sollecita a non rinchiudersi in pericolosi e obsoleti nazionalismi in tema di sanità pubblica
il Ministro della Salute, Prof. Orazio Schillaci, ha inviato il 18 luglio 2025 una lettera al Direttore Generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), Tedros Ghebreyesus, comunicando il rifiuto dell’Italia agli emendamenti del 2024 relativi al nuovo Regolamento Sanitario Internazionale (RSI) e adottati alla 77/a Assemblea Mondiale della Sanità.
L’Italia, unica in Europa tra i paesi membri aderenti all’OMS, si allinea così alla posizione isolazionista dell’amministrazione USA guidata da Donald Trump, invocando una presunta “sovranità nazionale”, ignorando, di fatto, la lezione della pur recente pandemia di Covid-19.
Il RSI non è un trattato punitivo o restrittivo delle libertà nazionali in materia, ma uno strumento di cooperazione tra le nazioni. Gli emendamenti del 2024 sono nati dall’esperienza della pandemia di Covid-19 con l’obiettivo di evitare gli errori del passato quali le risposte scoordinate di singoli stati, la competizione per le forniture di farmaci e vaccini e i ritardi nelle comunicazioni di dati della pandemia.
In un mondo sempre più globalizzato, la salute dei cittadini non può essere considerata solo una questione nazionale. Rifiutare di operare in una cornice di norme condivise e trasparenti danneggia la reputazione dell’Italia, soprattutto in sede europea, dove si mira ad una crescente integrazione sanitaria. Anche perché, l’esperienza della pandemia di Covid-19 ha rimarcato che i virus non conoscono dogane e confini geografici, non hanno preferenze politiche, infettano senza chiedere il consenso e, soprattutto, si spostano con i loro “ospiti” da un’area geografica all’altra, nazionale o internazionale.
Come ha sottolineato Tedros Ghebreyesus, gli emendamenti del 2024 non mirano a ra_orzare i poteri dell’OMS, ma a migliorare la cooperazione tra gli Stati Membri in vista di una possibile, forse probabile, futura pandemia.
L’Italia, in caso di una nuova pandemia, potrà permettersi di affrontarla in una posizione ideologicamente autarchica? Chi renderà conto di eventuali ritardi, svantaggi nell’approvvigionamento di farmaci e vaccini, difficoltà supplementari agli spostamenti, anche nell’area Schengen?
Il PTS esprime il proprio netto dissenso e la profonda preoccupazione per la scelta ideologica del governo italiano di non aderire alle modifiche del Regolamento OMS in caso di emergenze pandemiche.
Altresì, il PTS sollecita il governo italiano a non rinchiudersi in pericolosi e inefficaci nazionalismi, ma ad aderire a percorsi virtuosi di politiche sovranazionali, favorendo lo scambio di idee, risultati scientifici, risorse e buone pratiche per rispondere tempestivamente alle emergenze sanitarie globali.
In Italia, la Direttiva 2010/63/EU per la tutela degli animali usati a fini scientifici è stata recepita con una legge (decreto legislativo 26/2014) che ha introdotto misure più stringenti, ma che non trovano giustificazione scientifica e vanno a danno non solo della ricerca, e quindi in ultima analisi, dei molti pazienti ancora in attesa di cura, ma anche in parte degli animali stessi.
La legge ha infatti introdotto il divieto di allevare sul territorio cani, gatti e primati destinati a fini scientifici. Queste specie sono però fondamentali in molti ambiti biomedici, compresi i test previsti per legge sui farmaci: diretta conseguenza del divieto è la necessità di importare gli animali dall’estero, quando necessari. Ciò implica causare loro lo stress del trasporto ma anche e soprattutto avere una minor garanzia di controllo degli standard sugli allevamenti d’origine, soprattutto se extra-EU.
I divieti aggiuntivi hanno portato la Commissione europea ad avviare una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia, tuttora aperta.
Con il DL Salva Infrazioni 2024, attualmente in fase di conversione in legge, Luciano Ciocchetti (FdI), ha presentato un emendamento per rispondere a tutte le obiezioni mosse dalla Commissione Europea all’Italia e risolvere i divieti che hanno determinato l’apertura della procedura d’infrazione.
Tuttavia, alla vigilia della votazione, la Lega Antivivisezione (LAV) ha pubblicato un comunicato affermando che l’emendamento avrebbe aperto «la strada a nuovi allevamenti-lager di cuccioli». È seguita una massiccia e coordinata azione sui social media: numerosissimi utenti hanno commentato i post dell’On. Ciocchetti sulle diverse piattaforme ribadendo l’accusa di voler riaprire “canili lager”.
Il PTS (Patto Trasversale per la Scienza) appoggia e sostiene l’appello dell’associazione Anaao Assomed in difesa del Servizio Sanitario Nazionale.
Come riportato dal manifesto, la tenuta del SSN è fortemente a rischio a causa di ripetuti tagli ai fondi, mancati o inadeguati investimenti ed un progressivo aumento delle carenze di personale sanitario.
Per tale motivo, il PTS si pone al fianco delle associazioni coinvolte nella mobilitazione promossa in difesa del SSN che avrà luogo nelle piazze italiane il 15 giugno. Occorre sensibilizzare i cittadini, renderli partecipi e soprattutto far sentire la nostra voce affinché le istituzioni politiche fermino questa deriva che pare inarrestabile.
Lo scorso autunno sul territorio di Senigallia, mentre la sanità era ancora impegnata a combattere l’emergenza Covid-19, si è abbattuta una disastrosa alluvione, assurta alle cronache per la devastazione e le morti che ha provocato. Pubblichiamo il resoconto del Dottor Daniel Fiacchini e Colleghi sulla vicenda. Non si tratta di una semplice cronistoria di un disastro, pur scritta con la penna dell’igienista: questo articolo è paradigmatico per le analogie tra eventi differenti, come la pandemia e fenomeni geologici, climatici o dovuti alla mano dell’uomo.
Questi eventi, almeno in parte prevedibili, hanno prodotto effetti pressoché identici sui “sistemi di difesa” (il SSN, la Protezione Civile, le Istituzioni etc.), con le variazioni di scala (globale/locale) e di tempo (acuto/cronico). Non ci sono sostanziali differenze tra le modalità di presentazione di una catastrofe, determinata da una malattia infettiva, piuttosto che da un evento naturale. I “sistemi di difesa” (il SSN, la Protezione Civile etc.), benché evoluti ed organizzati, vengono di norma presi di sorpresa da eventi che potrebbero essere mitigati, se in precedenza si fosse pensato a come affrontarli.
La stretta collaborazione tra i diversi dipartimenti della complessa macchina sanitaria permette di identificare in anticipo i soggetti a rischio. Nel caso di Senigallia la condivisione dei dati tra Servizio di Igiene, Medicina Generale e Protezione Civile ha permesso di identificare i soggetti non deambulanti residenti nelle abitazioni a rischio di allagamento, che sono stati quindi evacuati in tempo, contenendo il numero delle perdite umane. È evidente l’analogia con la prevenzione vaccinale, prioritariamente rivolta alla popolazione a maggior rischio.
Nota del Presidente del Patto per la Scienza prof. Guido Poli
Il caldo estivo, la guerra in Ucraìna, le elezioni…e la voglia, umanamente comprensibile, di lasciarci alle spalle due anni di pandemia da COVID-19, con tutto quello che ha comportato. Eppure, è fondamentale che chi ha responsabilità pubbliche, sia nazionali che locali, resista a questa tentazione e non perda d’occhio quanto sta avvenendo in Italia e attorno ad essa. E’ del 12 giugno 2022 la comunicazione che i casi di infezioni da variante Omicron 5 sono quintuplicati a Milano e la Lombardia segue a ruota (fonte: Gianni Santucci, Corriere della Sera). Il 10 giugno l’Istituto Superiore di Sanità denunciava un calo dei casi identificati mediante attività di tracciamento a fronte di un aumento di quelli identificati per screening…l’articolo di Enrico Bucci ci aiuta a capire cosa sta succedendo e cosa potrebbe succedere domani.
Il Patto Trasversale per la Scienza e l’Associazione Biotecnologi Italiani stigmatizzano il fatto che informazioni pseudoscientifiche abbiano trovato spazio in una sala del Senato della Repubblica: le terapie domiciliari definite “precoci”, e promosse attraverso i social, anche se vengono presentate come miracolose, non lo sono e costituiscono un rischio per i malati. Le cure domiciliari, serie, in Italia esistono e sono quelle regolamentate e basate su evidenze scientifiche.
I casi Stamina e Di Bella ci dovrebbero aver insegnato a dubitare di chi promuove pseudoterapie senza portare prove scientifiche, ma solo racconti molto spesso privi di ogni riscontro. Abbiamo bisogno di una Medicina basata sulle evidenze, che devono essere pubblicate, discusse e condivise all’interno della Comunità Scientifica, e non di slogan dati in pasto alle piazze o sui media, il cui unico risultato è di creare false speranze nelle persone e indurle a non adottare comportamenti che potrebbero salvare loro la vita.
Si chiede pertanto agli organi competenti, dal Ministero all’Istituto Superiore di Sanitá dall’Aifa al Consiglio Superiore di Sanitá e al Garante per la privacy, ma anche agli Ordini Professionali e alle Società Scientifiche, di adempiere al proprio ruolo e di verificare ed intervenire rispetto a comportamenti che mettono potenzialmente a rischio la vita delle persone, come ad esempio:
la prescrizione di terapie off-label che utilizzano farmaci e integratori inutili o dannosi, senza tener conto della tempistica di somministrazione (come ad esempio il cortisone o l’eparina), né della posologia raccomandata o dell’interazione tra essi;
la pubblicizzazione e prescrizione di tali terapie via web, senza la visita del malato e senza che vi sia un razionale scientifico né una adeguata fase di raccolta dati per il monitoraggio dei risultati ottenuti; la continua travisazione e denigrazione del protocollo domiciliare ufficiale e del lavoro delle migliaia di medici di medicina generale che lo applicano;
la richiesta di firmare non un consenso informato, ma una liberatoria per il medico che prescrive tali “cure”, in cui viene scaricata sul paziente ogni responsabilità civile e penale, cosa illegittima nel nostro Paese;
l’assenza di una chiara e precisa informativa sul trattamento dei dati personali e sensibili che vengono raccolti anche con mezzi del tutto inadeguati a garantirne la protezione. la continua richiesta di “donazioni” con modalità opache quali Bitcoin o conti svizzeri.
Teniamo a ricordare che ad oggi abbiamo almeno 10 cose che sappiamo sulla gestione domiciliare della Covid-19: Niente farmaci inutili e potenzialmente dannosi. L’85% di chi entra in contatto col virus SARS-CoV-2 resta asintomatico o paucisintomatico, questo è il dato che giustifica la “vigile attesa”, perché nella maggior parte dei casi il nostro sistema immunitario è in grado di gestire autonomamente l’infezione, ed è sufficiente il semplice ausilio di paracetamolo e antinfiammatori in presenza di febbre, dolori articolari o muscolari. La terapia farmacologica è indicata solo in particolari casi ed esistono protocolli di cura precisa per la gestione dei pazienti domiciliari.
Gli anticorpi monoclonali sono ad oggi indicati, entro 10 giorni dalla comparsa di sintomi, per alcune categorie a rischio come obesi, dializzati. Il plasma iperimmune non ha invece dimostrato di poter dare benefici certi. L’uso precoce di cortisonici in assenza di sintomi, o con leggera sintomatologia, non è indicato perché può compromettere la risposta immunitaria. Anche nei casi indicati, la somministrazione non deve avvenire prima di 4 giorni dall’insorgenza dei sintomi per lo stesso motivo. Inoltre non tutti i cortisonici sono uguali, per la terapia è indicato il solo desametasone;
L’uso di eparina non è raccomandato a domicilio, soprattutto in pazienti non immobilizzati;
L’uso di antibiotici non è raccomandato a meno che, dopo visita medica, si sospetti una importante infezione batterica;
L’uso di idrossiclorochina non è raccomandato né a scopo terapeutico né a scopo di prevenzione;
L’utilizzo di antivirali come lopinavir, ritonavir non è raccomandato in quanto si sono dimostrati inefficaci. Il remdesivir è raccomandato solo per uso ospedaliero;
L’uso di ivermectina non è raccomandato nè come terapia nè come prevenzione, per la sua inutilità contro il coronavirus e l’alto profilo di rischio;
L’uso del parvulan, un generico immunostimolatore registrato in Brasile, ma non in Italia, come coadiuvante per il trattamento dell’acne, non è raccomandato per la sua inutilità contro SARS-CoV-2;
L’utilizzo di vitamina D, lattoferrina, quercetina ed altri integratori alimentari non è raccomandato per inefficacia terapeutica e di profilassi.
Il Governo sta per approvare il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) nell’ambito dell’iniziativa Next Generation EU che ha come limite temporale il 2025. Ci sono stati diversi commenti alle linee esposte nel piano, compresi quelli della Senatrice a Vita, Prof.ssa Elena Cattaneo, in linea con la precedente proposta del fisico Ugo Amaldi sull’aumento sostanziale dei fondi per la ricerca che aveva ottenuto un amplissimo consenso e approvazione nel mondo scientifico. Noi, Patto Trasversale per la Scienza (PTS), ci associamo alle istanze della Senatrice Cattaneo, con particolare riferimento all’importanza di finanziare adeguatamente la ricerca pubblica, compresa quella di base, e al mettere in rete le strutture di ricerca pubblica già operanti sul territorio nazionale, evitando possibilmente la creazione di nuovi enti se ridondanti e non autenticamente innovativi rispetto a quelli già esistenti.
In linea con questa premessa, avanziamo alcuni princìpi finalizzati ad ottimizzare l’utilizzo dei finanziamenti che verranno stanziati a sostegno della ricerca scientifica nel PNRR.
1. Coordinamento. L’offerta di fondi per la ricerca dovrà essere coordinata per evitare l’attuale frammentazione di multipli bandi su tematiche simili e/o l’esistenza di bandi “di nicchia”. Inoltre, l’offerta dovrà essere rigorosamente programmata con precise scadenze annuali o biennali. Altrettanto rigorosamente programmate e rispettate dovranno essere le date di attribuzione dei fondi e le rendicontazioni dei progetti finanziati.
2. Trasparenza e Responsabilità. Sarà indispensabile una totale trasparenza sia nei processi di assegnazione dei fondi sia nella valutazione dei risultati conseguiti, nonché un’assunzione di responsabilità da parte dei ricercatori finanziati con denaro pubblico rispetto ai risultati prodotti. Strumentale a questo obiettivo sarebbe la creazione di un unico portale informativo nazionale pubblico (PortIN), che copra un periodo a ritroso di almeno 5 anni e che sia costantemente aggiornato sia sui bandi attivi sia sulla valutazione dei risultati ottenuti dai progetti finanziati nei precedenti bandi. Sarà inoltre necessario pubblicare sullo stesso sito PortIN la composizione delle commissioni valutatrici sia di assegnazione sia di consuntivo che dovranno essere diverse. Infine, sarà necessario pubblicare sullo stesso sito PortIN le valutazioni dei singoli progetti ed i relativi verbali dei lavori delle commissioni. Nel caso di progetti con durata superiore ai tre anni, sarà utile prevedere anche una valutazione in itinere (per es., dopo 2-3 anni dall’inizio) del progresso e/o di deviazioni significative dal progetto originale.
3. Albo di Esperti. Sarà opportuno creare, con criteri prestabiliti di competenza scientifica internazionalmente riconosciuta, un albo di esperti che preveda anche la presenza di stranieri, per la valutazione delle proposte progettuali con un meccanismo di revisione paritaria (peer review). Sempre in linea con modelli di altre agenzie internazionali per la ricerca, ogni settore disciplinare presente nell’albo dovrà essere suddiviso in sotto-settori per consentire di rappresentare anche aree di ricerca che, seppure minoritarie, hanno un ruolo cruciale nel campo della conoscenza di base e della diffusione del sapere. La presenza di ogni revisore nell’albo dovrà avere un limite temporale (5 anni) e pertanto l’albo dovrà essere continuativamente rinnovato. Ciascun commissario dovrà essere individuato attraverso estrazione a sorte dall’albo e non potrà far parte di più di una commissione all’interno del medesimo bando né potrà essere nominato in successive commissioni di valutazione, se non dopo almeno 2 anni di inattività.
4. Partecipazione ai bandi. La partecipazione ai bandi dovrà essere garantita a ciascun ricercatore e non dovrà prevedere un contingentamento di Ente/Istituzione nel numero di progetti presentabili. Negli ultimi anni in particolare abbiamo assistito spesso alla formazione di cordate per la partecipazione a bandi regionali o nazionali che hanno reso difficile, quando non impossibile, la partecipazione di ricercatori giovani e/o al di fuori di network già consolidati, arrecando così un grave danno potenziale per il rinnovamento delle idee e dei protagonisti della ricerca scientifica in costante evoluzione.
Anlaids Lazio e PTS insieme per una serie di webinar con gli Esperti per approfondire i temi meno conosciuti e più specifici delle Pandemie da Sars-Cv-2 e HIV.
Si comincia oggi con l’infettivologo Francesco Maria Di Campli (socio PTS) Introducono il dott. Massimo Ghenzer – presidente Anlaids Lazio – e il prof. Guido Poli – Presidente PTS. ore 17:30 in diretta su Zoom, disponibile anche su Facebook e Youtube.
Per info e prenotazioni: segreteria@anlaidslazio.it Le iscrizioni su Zoom sono possibili fino ad esaurimento degli accessi disponibili.
Nelle prossime settimane interverrano i nostri Andrea Antinori, Guido Poli, Andrea Grignolio ed Elisa Vincenzi. Negli altri incontri ci saranno poi scienziati di grande caratura come Stefano Vella, Massimo Galli e Giorgio Palù.
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