Skip to content

“Anche le Non-Risposte Sono Risposte”

Il PTS, in data 25 agosto 2022, si è rivolto ai leader dei maggiori partiti politici* che si presentano alle elezioni del 25 settembre 2022 ponendo loro due domande specifiche sull’impegno che il loro partito (o la loro coalizione) intendesse prendere nell’ambito del finanziamento della ricerca scientifica.

Le due domande, corredate da documentazione scientifica, sono relative all’implementazione dei fondi straordinari del Piano Nazionale di Resistenza e Resilienza (PNRR) per renderli strutturali, con particolare attenzione alla carenza di donne ricercatrici e di ricercatori con contratto stabile di lavoro e all’opportunità di creare un’Agenzia Unica e indipendente per la gestione dei finanziamenti della ricerca scientifica. La nostra iniziativa è stata rilanciata da rilevanti testate quali Open e Il Sole24h .

Non avendo ricevuto risposte, dopo due settimane, in data 8 settembre 2022, abbiamo reinoltrato la nostra lettera. Ad oggi, abbiamo ricevuto un’unica risposta nel merito (dal Partito Democratico) che potete leggere in calce.

Il silenzio di quasi tutti i partiti parla da sé. La ricerca scientifica, nonostante l’enorme rilevanza sociale ed economica e il grande “boost” del PNRR non pare essere un tema rilevante, quantomeno a fini elettorali. Preoccupazioni simili sono state espresse della Senatrice Elena Cattaneo ) e da illustri scienziati del Gruppo 2003, guidati dal Premio Nobel per la Fisica Giorgio Parisi. E’ importante che i cittadini ne siano consapevoli.

Chiunque vincerà le elezioni e sarà chiamato a formare un nuovo Governo non dovrà ignorare l’importanza strategica della ricerca scientifica per il rilancio e lo sviluppo del nostro paese. Il PTS s’impegnerà perché ciò non avvenga.

Il PTS

*

Pres. Silvio Berlusconi, Presidente di Forza Italia

On. Angelo Bonelli, On. Eleonora Evi, Portavoce di Europa Verde-Verdi

Pres. Luigi Brugnaro, Presidente di Coraggio Italia

On. Carlo Calenda, Segretario di Azione

On. Benedetto Della Vedova, Segretario di +Europa

On. Nicola Fratoianni, Segretario di Sinistra Italiana

On. Enrico Letta, Segretario del Partito Democratico

On. Maurizio Lupi, Presidente di Noi per l’Italia

On. Giorgia Meloni, Presidente di Fratelli d’Italia

Sen. Matteo Renzi, Presidente di Italia Viva

Sen. Matteo Salvini, Segretario Federale della Lega per Salvini Premier

Pres. Giovanni Toti, Presidente di Italia al Centro

————————

Risposte del Partito Democratico al Patto Trasversale per la Scienza

1 Quali sono i piani del vostro partito per aumentare il numero dei ricercatori, con particolare attenzione alle pari opportunità, e per anticiparne l’età di reclutamento?

Senza un sostanziale aumento negli investimenti per la ricerca il nostro Paese non avrà futuro. Per cominciare, bisogna accrescere il numero ricercatori e di ricercatrici, che, come numero per 1000 occupati, è ben al di sotto della media UE e addirittura la metà o un terzo di quello di paesi paragonabili al nostro.

Vogliamo prevedere piani di assunzioni, tanto negli EPR quanto negli atenei, che possano andare oltre, temporalmente, gli investimenti previsti dal PNRR. Riteniamo fondamentale rafforzare e stabilizzare la platea di ricercatori e, in generale, il personale della ricerca. Inoltre, vogliamo istituire un fondo per l’attivazione di un numero di contratti di ricerca universitari almeno pari agli assegni di ricerca avviati nel 2022, in modo che le buone pratiche adottate con il PNRR (che ha permesso di accrescere il numero di borse di studio) diventino strutturali. Allo stesso fine, vogliamo defiscalizzare i finanziamenti privati destinati ai contratti di ricerca e allineare la retribuzione delle borse di studio per i dottorandi alla media europea.

Crediamo che la ricerca possa essere volano per lo sviluppo del Paese, non solo da un punto di vista economico, ma anche sociale, culturale e ambientale. Ecco perché abbiamo avanzato la proposta di istituire un fondo a favore degli enti locali delle aree interne per l’attivazione di dottorati di ricerca – sulla base di convenzioni con le università e le istituzioni AFAM – destinati allo studio e alla realizzazione di strategie territoriali volte allo sviluppo sostenibile, in coerenza con gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite.

Il mondo della ricerca è ancora troppo segnato dalle disuguaglianze di genere. A cominciare dall’università, dove se il numero di ricercatori ai primi livelli della carriera è diviso equamente tra maschi e femmine, nelle posizioni ‘apicali’ la presenza di donne si riduce, al punto che il 76 per cento dei professori ordinario è composto da uomini. Noi crediamo che si possano costruire pari opportunità con un impegno politico e culturale a sostegno delle donne, lanciando un programma organico di contrasto alle prassi discriminatorie e rafforzando la co-genitorialità.

2 Quali strategie intendete attuare per non disperdere e altresì valorizzare il capitale umano che si sviluppa nelle Università e nei centri di ricerca italiani?

L’abbiamo detto più volte in questa campagna elettorale. Per noi il vero problema dell’immigrazione non riguarda tanto chi arriva, quanto chi se ne va. Il problema è la mancata circolarità dei ricercatori; pochi arrivano e troppi se ne vanno. Sono centinaia di migliaia i giovani, spesso laureati e iper-formati, che hanno lasciato il nostro paese negli ultimi anni (30.000 nel solo 2019). Vogliamo invertire questa tendenza. Anzi, vogliamo fare dell’Italia un polo attrattivo per professionisti e ricercatori di tutto il mondo.

Per attrarre e trattenere ricercatori stranieri e italiani nel nostro sistema della ricerca e dell’innovazione vogliamo creare di un ambiente favorevole alla ricerca, a partire dalla stabilizzazione del potenziamento della ricerca di base arrivato grazie al PNRR, garantendo tra le altre cose housing sociale, incentivi fiscali e aumenti salariali.

Sul fronte università, c’è bisogno di maggior coraggio anche per quanto riguarda welfare studentesco. La sua mancanza, infatti, è uno dei motivi per cui l’Italia è il penultimo Paese per numero di laureati in Europa, dopo la Romania. Vogliamo aumentare l’edilizia universitaria, portando gli alloggi universitari da 40mila a 100mila, come previsto dal PNRR. Intendiamo ridurre la frammentarietà e la disomogeneità nell’erogazione delle prestazioni, innalzare la no tax area, definire i Livelli essenziali delle prestazioni per l’accesso ai servizi del Diritto allo studio e garantire assistenza sanitaria ed esercizio di voto nella sede di studio agli studenti che si trovano in Università lontane dalla propria residenza.

Un’altra misura utile in questa direzione è il consolidamento, l’aggiornamento e lo sviluppo di infrastrutture per la ricerca e il trasferimento tecnologico, che possano rafforzare il Paese nei settori al centro della competizione internazionale e delle opportunità per l’industria italiana. Per creare un ambiente adatto alla ricerca, serve poi lavorare sul collegamento tra formazione e mondo del lavoro, con un massiccio investimento sulla formazione digitale e un link di formazione continua in campo digitale per le imprese e la PA.

Uno dei problemi del nostro sistema produttivo sta poi nella difficoltà delle piccole e medie imprese di investire in ricerca e fare innovazione. Un maggior investimento in quest’ambito, quindi, può creare un circolo virtuoso di crescita economica e migliori condizioni economiche per tutti e tutte. Per questo motivo vogliamo intervenire per sostenere il tessuto industriale nell’adottare l’approccio della open innovation (con particolare attenzione alle PMI ed ai territori svantaggiati), supportando le transizioni green e digital in modo che si possa valutare e premiare l’impatto delle loro attività sulla società. Dobbiamo potenziare e rilanciare i dottorati industriali: quest’ultimi devono mirare a uno sviluppo economico sostenibile, sia dal punto di vista ambientale che da quello sociale. La transizione ecologica è la grande sfida della nostra epoca, e la ricerca in questo settore è fondamentale.

3 Quali sono i piani del vostro partito per aumentare stabilmente il finanziamento della ricerca e per migliorarne la gestione in termini di semplicità, rapidità, trasparenza e competitività?

Vogliamo investire di più e investire meglio. Rilanceremo la ricerca scientifica fondamentale in Italia stabilizzando la spesa pubblica per ricerca e sviluppo (R&S) e allineandola ai livelli delle nazioni europee più avanzate. Si tratta di una spesa di alcuni miliardi di euro, che possono essere recuperati in varie modalità. Nel nostro programma, abbiamo presentato una serie di proposte di copertura, tra cui: la realizzazione degli obiettivi del PNRR sulla lotta all’evasione fiscale (recuperando un tax gap di 13,9 miliardi), la diminuzione (fino all’azzeramento) dei sussidi ambientalmente dannosi (che oggi valgono 21,6 miliardi) e una nuova gara sulle frequenze 5G, da cui si potranno ottenere fino a 2 miliardi di euro.

Condividi questo articolo: