Il prof. Marco Tamietto dell’Università degli studi di Torino ha recentemente ricevuto una missiva contente minacce di morte e un proiettile, perché impegnato in un progetto di ricerca che prevede la sperimentazione su dei macachi. Assieme al suo collega, il professor Luca Bonini, dell’Università degli Studi di Parma, è da tempo oggetto di minacce e vessazioni da parte di gruppi animalisti per l’impegno nel progetto “LightUp”, che vuole ridare la vista a pazienti colpiti da cecità totale o parziale a seguito di danno cerebrale.
Tamietto e Bonini entrano a far parte dell’Associazione Patto Trasversale per la Scienza e, come soci, daranno il loro contributo nel gruppo che si occupa di Sperimentazione Animale.
L’Associazione Patto Trasversale per la Scienza, che
ha come principale obiettivo la promozione, la diffusione e la protezione della
scienza e del metodo scientifico in Italia e che intende tutelare i cittadini
da bufale mediche, pseudoscienza e ciarlatani, aveva già espresso la sua solidarietà ai due ricercatori
nel giugno scorso, contro la petizione della LAV “Salviamo i macachi”, che
faceva leva sulla pubblica sensibilità con affermazioni inesatte.
Oggi PTS ribadisce il suo impegno nel fornire tutto il suo supporto ai soci colpiti dall’estremismo animalista.
Il Presidente dell’Associazione Pier Luigi Lopalco: “Ad oggi non esiste una alternativa esclusiva alla sperimentazione animale. L’ignoranza e la propaganda diffusa intorno a questo tema hanno creato un mix esplosivo: si arriva a minacciare di morte bravi ricercatori che pur fra mille difficoltà burocratiche cercano di portare avanti il loro lavoro. È per questo che a Bonini e Tamietto va la piena solidarietà del PTS”
Il prof. Tamietto spiega che: “Il progetto LightUp studia le basi neurali della consapevolezza visiva col fine ultimo di trovare metodi che consentano ai pazienti con danno al cervello e cecità totale o parziale di tornare a vedere; circa 100.000 nuovi pazienti l’anno solo in Italia. La sperimentazione animale è l’unico mezzo a disposizione per capire, anche a livello di singola cellula, i fenomeni di plasticità che si verificano nei tessuti cerebrali in seguito ad una lesione, come stimolarli e orientarli per promuovere il recupero della vista. La sperimentazione animale è quindi un elemento indispensabile che si affianca, e che non può ancora essere sostituito, dagli studi non invasivi di neuroimmagine sul paziente umano, anche previsti nella sperimentazione. Il progetto è stato finanziato dallo European Research Council, e la sua valutazione tecnico-scientifica e etica ha coinvolto 6 diverse Istituzioni e oltre 40 esperti indipendenti a livello Europeo e Italiano, compreso il Ministero della Salute che ha autorizzato la sperimentazione animale su parere favorevole del Consiglio Superiore di Sanità.”
Aggiunge il prof. Luca Bonini: “È preoccupante che si conceda ad associazioni animaliste anche solo lo spazio di ritenere di poter assolvere alla valutazione tecnico-scientifica di progetti di ricerca, mettendo in discussione quella eseguita dagli organismi competenti previsti dalla legge. A quale progetto con uso di animali potrebbero mai essere favorevoli costoro? Il nome delle associazioni stesse è la risposta: nessuno. Eppure, gli organismi di valutazione, indipendenti, a volte approvano e a volte rigettano le richieste di autorizzazione: proprio perché sono indipendenti e competenti. Quale attendibilità dovrebbe mai avere la valutazione di un progetto effettuata da chi non può che essere contrario a priori?
Il Patto Trasversale per la Scienza, che ha tra i suoi fondatori Roberto Burioni e Guido Silvestri, professore e direttore di un centro di ricerca alla Emory University di Atlanta, che sta cercando una cura definitiva all’AIDS anche grazie alla sperimentazione animale, dice Silvestri: “La sperimentazione di nuovi farmaci o procedure terapeutiche sugli animali ha salvato, e continua a salvare, milioni di vite umane, mentre metodi alternativi non esistono. Quindi solidarietà assoluta ai colleghi Tamietto e Bonini”.
E anche dai pazienti arriva un messaggio molto chiaro: Paola Kruger, la portavoce italiana di EUPATI, associazione europea e accademia dei pazienti afferma che: “Qualsiasi paziente che ha conseguito una formazione in ambito di ricerca dei farmaci è consapevole dell’importanza della ricerca animale nella fase pre-clinica. E’ consapevole che senza quella fase sarebbe impossibile avere a disposizione tante cure che oggi permettono di salvare le vite nostre e quelle dei nostri cari. Il rispetto per gli animali utilizzati nella ricerca è doveroso, e le regole che impongono la tutela del loro benessere sono rigorose. Le Commissioni Etiche deliberano sull’appropriatezza dell’uso di animali per ogni protocollo e se questi criteri non sono rispettati la sperimentazione non parte. La ricerca è l’unico modo per poter curare tante malattie ed è fondamentale che ogni sua fase sia rispettata per salvaguardare il più possibile la salute delle persone. “