RAI: AL VIA LA TASK FORCE CONTRO LE FAKE NEWS

Il Patto Trasversale per la Scienza si complimenta con l’Amministratore Delegato della Rai Salini per la decisione di istituire una task force aziendale contro le fake news sotto la guida del Direttore Antonio Di Bella coadiuvato dal responsabile per l’informazione Scientifica di Rainews24 Gerardo D’Amico.
È una decisione importante e storica per il Servizio Pubblico, che ha scelto due professionisti di altissimo valore che hanno già dimostrato in passato di aver impostato la propria esperienza di comunicatori esclusivamente sulle evidenze scientifiche, di aver dato voce solo a ricercatori di chiara fama e prestigio, di aver denunciato le falsità dei novax e delle cosiddette medicine alternative.
Auspichiamo che questa lodevole decisione non si fermi alla attuale emergenza sanitaria, in cui è quanto mai indispensabile fornire agli italiani informazioni chiare, affidabili, scientifiche: il Servizio Pubblico dovrà impostare la sua mission a questi canoni sempre, in tutte le sue espressioni, dai telegiornali ai programmi di intrattenimento quando si occupano di informazione che riguarda la salute, la scienza, il benessere.

Un particolare in bocca al lupo al nostro Socio Fondatore Gerardo D’Amico, punto di riferimento per la Comunità scientifica per il suo instancabile lavoro al servizio della comunicazione scientifica.

Gerardo D’Amico, Roberto Burioni, Pier Luigi Lopalco, Andrea Cossarizza e Guido Silvestri del Patto per la Scienza

Scienza: tra mito, realtà e fake news

Nel novembre scorso la Federazione Nazionale Infermieri (FNOPI), che raccoglie oltre 450.000 infermieri di tutta Italia, ha aderito al Patto Trasversale per la Scienza tramite la presidente Barbara Mangiacavalli – https://bit.ly/3bG0Ewx

Il prof. Guido Silvestri è stato intervistato da Danilo Di Lorenzo per la rivista FNOPI – https://bit.ly/31YSH10

A seguire l’intervista:

Professore, abbiamo appreso da alcuni articoli pubblicati sulla prestigiosa rivista “Nature” della scoperta fatta dal team di ricercatori da lei guidato e che aprirà una nuova era nella lotta all’HIV. Può spiegarci meglio di cosa si tratta e quali saranno i prossimi passi della ricerca?

“Sono due articoli in cui descriviamo la scoperta di nuovi metodi per costringere il virus HIV ad uscire allo scoperto, cioè dalla fase di latenza. Oggi un soggetto con infezione da HIV trattato con farmaci antiretrovirali (ART) non puo’ dirsi “guarito” perché il virus torna a replicarsi non appena i farmaci vengono interrotti. Questa persistenza è dovuta a cellule con infezione latente che persistono nonostante le terapie (il cosiddetto reservoir). Si tratta di conoscenze importanti perché aumentano la nostra abilità di far emergere il virus dalla latenza, il che è un presupposto fondamentale per guarire l’AIDS. Fatto questo, l’obiettivo finale è di eliminare le cellule con virus riattivato usando meccanismi immunitari come anticorpi e cellule killer, una cosa non facile ma certamente possibile.

Insomma, un messaggio di cauto ottimismo per le persone HIV positive.”Lei è considerato tra i massimi esperti a livello mondiale nello studio dell’infezione da HIV. Siamo nel 2020, quali sono le stime del fenomeno e quale trend ha presentato negli ultimi anni in termini di mortalità ed incidenza?

“Mortalità ed incidenza dell’infezione sono in lieve ma costante calo, anche se rimane tantissimo da fare. Basti pensare che si parla cosi tanto del nuovo Coronavirus, eppure questa epidemia finora (al 10 febbraio) ha fatto circa 900 morti, cioè quanti ne fa HIV ogni 8 ore, ma da oltre 30 anni.”In queste ultime settimane il dibattito mediatico è focalizzato sull’epidemia causata dal Coronavirus.

In Europa l’allarme è reale oppure si tratta di allarmismo infondato?

“Innanzitutto diciamo che in situazioni come queste dobbiamo sentirci fortunati di avere la scienza moderna a nostra disposizione, perché è la scienza che ci ha permesso di identificare il virus nel giro di pochi giorni e che ci permette sia di monitorare l’epidemia che di studiare il comportamento del virus in grande dettaglio (i.e., sviluppo di mutazioni genetiche, etc) in modo tale da ottimizzare al più presto diagnosi e terapia dell’infezione. Poi naturalmente quando si ha a che fare con un nuovo virus bisogna prepararsi allo scenario peggiore e mettere in atto tutte le misure epidemiologiche per evitare nuovi contagi. Per questo credo sia importante prendere tutti i dovuti provvedimenti dal punto di vista medico ed epidemiologico, però controllando gli allarmismi, ed evitando reazioni di panico generalizzate.” Sull’origine di questa epidemia ne abbiamo lette di ogni tipo ed i complottisti sul web hanno dato spazio alle loro teorie, se cosi possiamo definirle: Armi batteriologiche, virus creato in laboratorio. Mark Twain sosteneva che “ Una bugia fa in tempo a fare mezzo il giro del mondo prima che la verità riesca a mettersi le scarpe”, allora cerchiamo di bruciare i tempi.

Professore dove sta la verità sull’origine di questa infezione?

“E’ un virus passato all’uomo dai pipistrelli. L’ipotesi di un virus “creato” in laboratorio è una fesseria galattica. Tra l’altro, se si volesse fare la guerra virologica ci sono tanti altri virus molto più pericolosi di 2019-nCoV…”I ricercatori dello Spallanzani sono riusciti ad isolare il DNA virale, nonostante la ricerca in Italia non sia finanziata a sufficienza ed i ricercatori lavorino spesso in condizioni di precarietà.

Quale consiglio si sente di dare alla nostra classe politica ed ai ricercatori?

“Di investire sulla scienza e di proteggerla sia dalle interferenze della politica che dalle fandonie dei ciarlatani. Bisogna costantemente ricordare al pubblico ed ai politici cosa facciamo e perché lo facciamo. La nostra missione è quella di aumentare le conoscenze per poter lenire le sofferenze dell’umanità e dare un futuro migliore e più sano ai nostri figli.”

Vaccini, obbligo o raccomandazioni? Qual è secondo lei la strada giusta da seguire?

“Discorso complesso. Obbligo e raccomandazione hanno pro e contro, e forse sono misure che di volta in volta si adattano meglio a specifiche situazioni. L’approccio basato sulla raccomandazione funziona benissimo nei paesi del Nord Europa, dove l’obbligo vaccinale non esiste e le coperture sono altissime. Ma forse in Italia c’era bisogno di una “spinta” in più…”

Tra le notizie circolate sui media e non supportate da evidenze scientifiche possiamo annoverare senz’altro la correlazione tra vaccinazioni e autismo. Da dove nasce questa fake news?

“Da un articolaccio fraudolento di un ex-medico inglese che voleva speculare su questa falsa correlazione per vendere una sua “cura” contro il morbillo. L’articolo fu poi ritrattato dalla rivista e il medico radiato dall’ordine. Purtroppo è una leggenda nera dura da estirpare.”

Nell’immaginario collettivo i virus vengono ritenuti dei nemici subdoli e pericolosi, eppure lei ha intitolato il suo ultimo libro “Il virus buono”. Come ce lo spiega? Può farci qualche esempio di virus “amico” dell’uomo?

“Il titolo un po’ provocatorio (“Il virus buono”, editore Rizzoli, ndr) nasce dalla osservazione che la maggior parte dei virus che vivono nel nostro ambiente e perfino nel nostro corpo non causano alcuna malattia. Sono virus che nel corso del tempo si sono adattati a convivere con l’organismo umano. La cosa più interessante è che in alcuni casi questi virus sono addirittura utili alla nostra esistenza. L’esempio più eclatante è quello di alcuni retrovirus endogeni che sono necessari per la funzione di organi come la placenta, che è assolutamente necessaria per lo sviluppo del feto nell’utero materno.”

Professore lei è, insieme al Prof. Burioni, il promotore del “Patto trasversale per la scienza”. Qual è la finalità principale di questa lodevole iniziativa?

“L’obiettivo principale del Patto Trasversale per la Scienza (PTS) è portare le evidenze scientifiche alla base delle scelte legislative e di governo di tutti i partiti politici, trasversalmente. L’associazione si propone anche di essere un mezzo operativo e una cassa di risonanza per tutti i cittadini che vogliono combattere bufale e fake news in ambito medico-scientifico, così come i ciarlatani e gli pseudomedici. Tutto questo per promuovere la cultura della scienza e il metodo scientifico attraverso programmi formativi e divulgativi in ambito scolastico, sanitario e mediatico.”

Il PTS supporta gli Atenei di Torino e Parma e condanna il (pessimo) servizio del TG2

La sperimentazione animale è un argomento estremamente delicato in cui è richiesto un tipo di comunicazione scrupoloso, doverosamente attinente ai fatti: la disinformazione e i fattoidi precludono la possibilità di farsi un’idea reale sulla faccenda, con l’aggravante di  accrescere la polarizzazione e le persecuzioni nei confronti dei ricercatori.
Abbiamo già parlato del progetto “Lightup”, finanziato dallo European Research Council, basato su una collaborazione tra gli atenei di Torino e Parma, volto a dare una speranza alle persone affette da una condizione nota come “blind sight”, un problema che coinvolge la corteccia visiva. Abbiamo già dato il nostro supporto ai ricercatori, perseguitati e minacciati di morte dagli estremisti animalisti e abbiamo demistificato delle sciocchezze veicolate da chi ha interesse a vietare la sperimentazione animale, cosí come qualsiasi impiego degli animali tout court.
A livello mediatico spesso è complesso veicolare tematiche di carattere scientifico per il fenomeno del cosidetto false balance, ovvero raffrontare esperti e non, mettendo sullo stesso piano informazioni corrette e sbagliate, a causa della richiesta di contraddittorio da parte di chi non ha qualifiche. Le cose peggiorano quando i mass media veicolano solo la propaganda di chi ha idee opposte alla comunità scientifica, in particolare ove il consenso in verità è particolarmente coeso, come del caso dell’importanza della sperimentazione animale. In tal modo si accresce il gap tra la comunità scientifica e il cittadino.

Il giorno 18 dicembre nell’edizione delle 20:30 il TG2 ha mandato in onda un servizio proprio sul progetto “lightup”. Il servizio trasmesso è stato costruito in modo fazioso, poco professionale ed attraverso il ricorso ad un’ampia serie di informazioni false, fuorvianti e lesive della dignità dei ricercatori e del loro lavoro. Questo ha prodotto una grave disinformazione dei cittadini.
Il giorno seguente il PTS ha inviato una mail di protesta formale alla RAI (clicca qui per leggere) e di sostegno alle Università (clicca qui per leggere).

Gli Atenei di Torino e Parma ci hanno risposto con la lettera in allegato (clicca qui per leggere) che ci sprona ad andare avanti nella difesa della Scienza, della ricerca e dei ricercatori.
Il servizio del giornalista Piergiorgio Giacovazzo ha rappresentato un punto molto basso della televisione pubblica.
Quarant’anni dopo “Non è mai troppo tardi” condotto da Alberto Manzi, maestro che educò a leggere e scrivere milioni di italiani analfabeti, nella stessa fascia oraria, la televisione pubblica, che avrebbe dovuto fornire un “servizio culturale” come mission, tradisce il cittadino. L’interesse non è più quello di preparare lo spettatore tramite educazione, formazione e informazione, ma lo angoscia, lo emoziona, lo confonde, lo bombarda di “vivisezione” invece che di sperimentazione animale.

Per giustificare la completa assenza del contradittorio, si sostiene che il prof. Marco Tamietto – uno dei massimi esperti di blind sight e direttore del progetto Lightup – abbia rifiutato di presenziare alla trasmissione e che l’Università di Parma abbia negato l’impossibilità di accedere immediatamente nella struttura, accusando indirettavamente di scarsa trasparenza, strutture adibite ad attività di ricerca scientifica. Una situazione paradossale che rieccheggia quanto successo alcuni messi fa, quando alcuni estremisti si sono arrampicati sul tetto delle università per protestare contro la ricerca, rappresentando un’allegoria della situazione attuale, dove l’estremismo sovrasta le istituzioni, la scienza e la conoscenza.

Il servizio è indubbiamente lesivo della dignità e della trasparenza di un Ateneo che, per primo, ha aperto le porte dei propri stabulari e laboratori proprio alle telecamere e ai giornalisti del servizio pubblico soltanto poche settimane prima. Forse l’intento non era informativo ma meramente strumentale, in particolar modo quando viene intervistata una persona come la dr. Candida Nastrucci, che risulta autrice di sole 7 pubblicazioni, l’ultima delle quali nel lontano 2012, nessun lavoro in ambito neuroscientifico e neurofisiologico, tantomeno sul sistema visivo.

Il Patto Trasversale per la Scienza, nell’augurio che il Consiglio di Disciplina RAI prenda gli opportuni provvedimenti, si augura che il servizio televisivo pubblico, corrisposto con le tasse dei cittadini, torni a considerarli come tali e non come meri consumatori, obbligati a rigide convenzioni ideologiche, tramite un’informazione manipolata che vizia le capacità di discernimento e preclude una libera scelta democratica informata.

Non è mai troppo tardi.

Scienza e pseudoscienza – impariamo a difenderci dalle bufale

Dieci minuti su Google sembra valgano dieci anni di studio. Oggi è sempre più difficile vincere le informazioni scorrette in rete, divulgate da impostori e ciarlatani, allo scopo di circuire il cittadino, in particolare famiglie fragili e sofferenti, confezionando bufale di ogni tipo per interessi personali.

Il 5 giugno 2019 è nata l’Associazione “Patto Trasversale per la Scienza” con l’obiettivo di combattere la diffusione di informazioni mendaci e sensazionalistiche sul tema della sanità, che attraversano capillarmente rete, social, televisione e carta stampata, compromettendo la salute pubblica.

Il 21 novembre 2019 a Sacile (PN), alle 20.30 Palazzo Ragazzoni (viale Pietro Zancanaro 2) se ne parla con:

dott. Giorgio Siro Carniello – Reumatologo, consulente medico AAS 5

prof. Andrea Cossarizza – Professore di Patologia Generale e Immunologia
Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Modena e Reggio Emilia – vice Presidente del Patto Trasversale per la Scienza

prof. Pier Luigi Lopalco – Professore di Igiene e Medicina Preventiva
Dipartimento di Ricerca Traslazionale e delle Nuove Tecnologie in Medicina e Chirurgia dell’Università degli Studi di Pisa – Presidente del Patto Trasversale per la Scienza

Modera il dibattito Maria Santoro, giornalista e socio fondatore del Patto Trasversale per la Scienza

Il resoconto della serata cliccando qui