Non basta più la semplice preoccupazione o scandalizzarsi per i dati diffusi dal 55° rapporto del CENSIS presentato il 3 dicembre 2021 sulla consapevolezza e convinzioni degli italiani rispetto alla pandemia: “Per il 5,9% degli italiani il Covid non esiste, per il 10,9% il vaccino è inutile e per il 31,4% chi si vaccina fa da cavia”.
Ormai da mesi, soprattutto in televisione e purtroppo anche sul Servizio Pubblico della Rai, gli italiani assistono a diversi talk show che, lungi dall’offrire informazioni sulla tragedia sanitaria, economica e sociale che stiamo ancora attraversando, propongono piuttosto confronti con opinioni non scientifiche, antiscientifiche, fantascientifiche.
Questo in nome di una supposta par condicio e del diritto di parola garantito dalla Carta Costituzionale, travisandone, tuttavia, il significato. La par condicio risulta infatti falsata dal confronto uno ad uno, laddove a volte un ricercatore serio si trova a fronteggiarne più di uno che con la scienza ed il metodo scientifico niente hanno a che fare e con il risultato di alimentare negli spettatori la sensazione che la “scienza è divisa”. E se è vero che la Costituzione garantisce a ciascuno di esprimere le proprie opinioni, di certo non impone di intervistare terrapiattisti, novax, medici radiati, politici e non che non conoscono ma dissertano di virologia ed epidemiologia: non si tratta di opinioni personali, ma di pericolose menzogne o eclatanti ignoranze offerte al pubblico come contraddittorio.
Il Patto Trasversale per la Scienza condivide le considerazioni di Enrico Mentana, direttore del TG di La7: “Mi onoro di non aver mai ospitato nel tg che dirigo nessun esponente dei no vax…A chi mi dice che così impongo una dittatura informativa o una censura alle opinioni scomode, rispondo che adotto la stessa linea rispetto ai negazionisti dell’Olocausto, ai cospirazionisti dell’11 settembre, ai terrapiattisti, a chi non crede allo sbarco sulla luna e a chiunque sostiene posizioni controfattuali…Per me mettere a confronto uno scienziato e uno stregone, sul Covid come su qualsiasi altra materia che riguardi la salute collettiva, non è informazione, come allestire un faccia a faccia tra chi lotta contro la mafia e chi dice che non esiste, tra chi è per la parità tra uomo e donna e chi è contro, tra chi vuole la democrazia e chi sostiene la dittatura”.
Come PTS ci appelliamo alla professionalità di tutti i giornalisti e a tutti coloro che hanno responsabilità dirette e indirette nella programmazione e gestione dei
programmi di informazione, soprattutto nei talk show, perché:
- qualsiasi discussione sulla campagna vaccinale sia basata sulle evidenze scientifiche accertate in tutto il mondo dalle autorità sanitarie circa la sicurezza ed efficacia dei vaccini e l’opportunità della loro massima diffusione presso tutti i soggetti per i quali sono approvati;
- Si prenda atto che la diffusione, a questo riguardo, di dati contrastanti con le evidenze comunemente accettate dalla comunità scientifica equivale alla diffusione di fake news;
- il giusto approfondimento su questi temi e sulla malattia da COVID-19 in generale sia condotto da esperti autentici e riconosciuti nel settore, nel rispetto e avendo riguardo alle loro singole competenze.
Come PTS chiediamo inoltre:
- all’Ordine Nazionale dei Giornalisti di vigilare e, se del caso, applicare il codice deontologico che impone ai propri iscritti di attenersi ai fatti basati su risultanze scientifiche, mettendo in campo gli strumenti sanzionatori previsti a tutela della professione e soprattutto di chi al lavoro giornalistico si affida per informarsi;
- alla Federazione dell’Ordine dei medici, di fare altrettanto rispetto ai tanti iscritti che, basandosi su convinzioni che non trovano riscontro nella letteratura scientifica, diffondono false informazioni sulla pandemia e sulle vaccinazioni;
- al Ministero della Pubblica Istruzione e a quello dell’Università di riorganizzare ed implementare la formazione scientifica fin dalla scuola primaria, fornendo alle prossime generazioni gli strumenti interpretativi per discernere una fake news.
Meritoriamente la Rai si è dotata di una task force contro le fake news, ma la cattiva informazione viaggia anche attraverso la presenza costante di personaggi che con la scienza non hanno a che fare ma partecipano quotidianamente a varie trasmissioni spesso senza il competente intervento del conduttore a sottolineare l’assurdità e la non scientificità delle loro affermazioni.
Naturalmente, a valle dell’informazione di natura scientifica, attuata secondo modalità corrette, è giusto che vi sia un dibattito di natura giuridico-legislativa circa i migliori strumenti per raggiungere gli obiettivi di diffusione più larga possibile della campagna vaccinale. Anche questo dibattito, tuttavia, deve avvenire nel rispetto delle evidenze scientifiche sopra ricordate, con toni rispettosi e adeguati alla difficile situazione sanitaria in corso e con il coinvolgimento anche di riconosciuti esperti di diritto costituzionale. Tutto ciò al fine di non alimentare il clima di confusione della popolazione generale evidenziato dal recente rapporto del CENSIS.