Ricorderemo il 5 giugno 2019 come una data speciale. Per noi rappresenta la “posa” della prima pietra di un immenso impegno a favore della scienza e contro i soprusi di ciarlatani. Nell’aula magna dell’Università Statale di Milano, ospiti del convegno ICAR, abbiamo contato alla nostra presentazione oltre 200 presenze e grazie al collegamento streaming 18 mila persone raggiunte e 1200 interazioni.
L’interesse c’è. Il Patto, lo abbiamo visto proprio in questa “prova” generale, riesce a muovere “fisicamente” centinaia di persone e altrettante coscienze di cittadini italiani che hanno scelto, sottoscrivendo la propria adesione, di riporre in noi fiducia e collaborare attivamente alla difesa dei valori che caratterizzano la scienza. Tanti personaggi illustri hanno deciso di “metterci la faccia” ed esporre pubblicamente il sostegno al progetto. A loro va il nostro personale ringraziamento e la richiesta di restare sempre al fianco del Patto per costruire assieme un Paese migliore.
Contro impostori e ciarlatani, il Patto ha schierato i suoi quattro “genitori”(Guido Silvestri, Roberto Burioni, Pierluigi Lopalco e Andrea Cossarizza): “La scienza è un valore che si costruisce con fatica, ci migliora la vita e in qualche modo ci rende più felici – spiega Roberto Burioni, professore di virologia all’Università San Raffaele di Milano – ho iniziato a pensare all’importanza di creare il Patto il giorno in cui una mamma mi ha confessato di voler ascoltare l’altra campana”. Non esistono versioni diverse da quelle confermate scientificamente, non soltanto per i vaccini ma per tutte le malattie che la medicina prova a combattere: “Quanta disinformazione oggi – sottolinea Guido Silvestri, professore ordinario di Patologia Generale alla Emory University di Atlanta – la politica purtroppo ha utilizzato il tema della salute pubblica senza contare sulle evidenze, sfruttandolo per scopi di natura elettorale”.
Al nostro convegno di presentazione, toccanti le testimonianze pro scienza raccolte dal giornalista RAI Gerardo d’Amico: Romina Scaloni, vittima del suo ex fidanzato negazionista dell’HIV, Andrea Lanfri, atleta paralimpico colpito nel 2015 da una meningite fulminante e Lara Redditi di Io Vaccino, mamma di una bimba trapiantata di fegato.
“Quest’associazione è un manifesto collettivo – dichiara il presidente Pierluigi Lopalco, professore ordinario di Igiene all’Università di Pisa e presidente del PTS – la scienza parla un linguaggio universale, è proprietà di tutti e al servizio di tutti”. L’interlocutore del Patto resta principalmente la politica: “Ma anche la società civile, le scuole – afferma – poiché la pseudoscienza spesso si annida proprio all’Università”.
Un pediatra su tre purtroppo prescrive omeopatia, per questo il Patto dovrà riportare conoscenza e metodo scientifico soprattutto partendo dal settore sanitario: “Dobbiamo imparare a comunicare – ha dichiarato il vicepresidente del PTS Andrea Cossarizza, professore ordinario di Patologia Generale e Immunologia di Unimore e presidente della società internazionale ISAC – soltanto in questo modo potremo superare l’ignoranza e la superstizione, le false notizie, attraverso gruppi di lavoro efficaci”.
Consensi anche dal mondo della politica. Chiaro l’appello dell’ex ministro alla salute Beatrice Lorenzin autrice della legge sull’obbligo vaccinale che tanto in Italia ha fatto discutere: “C’è necessità di ricostruire un ponte tra decisori e scienza – spiega – sono innamorata del principio della mia legge che resta uno strumento a disposizione di tutte le forze al governo”.
Dalla politica si sono alzate altre autorevoli voci: “Le istituzioni dovrebbero sostenere il Patto, non mettere in discussione il metodo scientifico e la verità, un concetto purtroppo sempre più labile – commenta Giorgio Gori, sindaco di Bergamo – cosi come gli operatori dell’informazione dovrebbero contrastare le continue distorsioni delle notizie”. Concorde anche la senatrice Elena Fattori del M5S: “Dobbiamo sostenere il Patto per fare il bene dei cittadini, disinnescare la competizione politica sulla scienza e restituire la scienza agli scienziati”. Il Patto però è anche una questione di istruzione: “è necessario sviluppare la capacità critica dei giovani, la scuola è fondamentale – afferma l’onorevole Paola Frassinetti di FdI – in una fase cosi delicata in cui si manifestano fenomeni irrazionali dettati dall’ignoranza, le forze politiche devono compiere uno sforzo comune, la scienza non ha colore”.
L’Italia è il Paese delle cure per “acclamazione” e delle manifestazioni di piazza: la terapia Di Bella, Stamina, il siero di Bonifacio e molte altre ancora: “è molto importante il Patto anche per il mondo del diritto – dichiara il procuratore Giuseppe Guariniello, lo stesso che ha impiantato il processo di Stamina – spesso è difficile trovare consulenti senza conflitti d’interesse, in molte cause gli esperti affermano l’uno il contrario dell’altro, per questo la scienza e il Patto possono darci un contributo fondamentale per contrastare le false cure miracolose sulle quali siamo chiamati a decidere”.
Il sistema degli scienziati non è perfetto, lo dimostra l’articolo criminale dell’ex medico radiato Andrew Wakefield pubblicato in The Lancet: “Anche Omero a volte si addormenta –conclude Burioni -nella scienza però trionfa sempre la verità, noi ci siamo impegnati e continueremo a farlo per vincere una partita tanto difficile quanto fondamentale per la salute di tutti”.